domenica 18 aprile 2010

Dialogo virtuale tra l'artista Teri Volini e il Direttore del Parco del Pollino Annibale Formica durante la lettura del suo articolo.

Gentile dott. Formica
mi era proprio sfuggito il Suo bell’ articolo sulla LAND ART dello scorso aprile sul Quotidiano,  poi ne hanno  parlato anche perchè mi aveva citato, così ho fatto una ricerca in web e seppure tardivamente ho potuto leggerlo ed apprezzarlo.
Mi  è venuto spontaneo  - come uso fare con i miei libri e autori  preferiti - instaurare un “dialogo” virtuale estemporaneo,  di cui Le mando copia...
Articolo di Annibale Formica, direttore de Parco del Pollino, 19/04/2010
LAND ART, arte ecologica, arte contemporanea, cultura, scienza e natura.

A.Formica:  Mi inducono a riflessione e a rispetto le grandi leggi del cosmo, l'intricata ingegneria delle ragnatele e i “Moai”, le statue giganti dell'isola di Pasqua richiamate all'attenzione del mondo dallo tsunami provocato dal recente terremoto del Cile.
Ho cercato, in questi giorni, di documentarmi, di rendermi consapevole e di costruirmi un percorso, entro il quale poter interpretare le ragioni e i linguaggi espressivi di un disegno concettuale molto distante dal mio punto di vista e dal mio modo di pensare e di percepire la natura, il paesaggio.

Teri: caro direttore , non è in sè distante, è che tale lo hanno reso le manipolazioni di chi pratica quel tipo di arte in maniera non coerente e troppo spesso non corretta

A.F. :  Ho un debito di vanità, di orgoglio e di incoerenza da saldare per aver pensato cose significative e rilevanti e non essere riuscito a comunicarle come meritavano, ma soprattutto a coltivarle con la dovuta saggezza.

Teri: sono piacevolmente incredula: esistono ancora dunque persone che pensano con la propria testa, con sensibilità e intelligenza, proponendosi  ripensamenti, mettendo in dubbio le proprie acquisite certezze

A.F. Nel fossato del Castello Svevo di Bari, in un luogo antico, pieno di storia, una grande mostra di arte contemporanea, curata da Achille Bonito Oliva, ha restituito un monumento del passato alla vita della città, senza ricorrere ad un museo.
Si è pensato di diffondere l'arte, valorizzando i contesti architettonici e urbanistici esistenti, migliorando le capacità attrattive del territorio. Reinterpretando in termini nuovi l'identità della città, l'arte contemporanea ha "occupato creativamente" un luogo storico, fornendogli uno sguardo differente e una capacità di dialogo culturale tra passato, presente e futuro.
Un altro terreno di esplorazione e di sperimentazione è quello in cui l'arte incontra la scienza. Arte e scienza, che per secoli hanno “parlato linguaggi diversi”, hanno “venduto saperi diversi”, si occupano oggi di nanotecnologie, di insetti, di struttura dell'universo e gli “scienziati capiscono di aver bisogno degli artisti”.
“Artisti al microscopio” è il titolo di un articolo di Alessandra Mammì, in L'Espresso n.13 del 31 marzo 2010, in cui si parla delle installazioni di Ballangèe, Duprat, Lucia Covi
. Il biologo Brandon Ballangèe diventa artista, quando, rendendosi conto, attraverso le sue ricerche, dei sintomi di grave malessere del pianeta, “decide di far qualcosa di più che stilare tristi report su riviste specializzate”.
Cosi come l'entomologo Duprat, approfondendo a Silicon Valley “le leggi fisiche che spiegano i misteri delle ragnatele, la loro forza, la loro flessibilità, la loro capacità di organizzare abitacoli tanto complessi”, mette, con l'arte, in stretta relazione “le ragnatele e le grandi leggi del cosmo”.

Teri : Il mio lavoro con LA  Ragnatela risale agli anni 90,  fino alla 1a realizzazione nel 1999 nel cielo delle piccole Dolomiti Lucane (forse troppo lontano da Silicon Valley per essere capito e apprezzato nella sua bellezza e complessità: che peccato!)


http://www.terivolini.it/html/land_art.htm

A.F. La immaginazione,  la creatività dell'arte e il sapere della scienza, intelligenze diverse della mente, diventano complementari, si integrano e consentono di vedere “di più” e capire “di più”sul mondo
.
Teri: Gentile amico, condivido in pieno: basta non ragionare  più con le  dicotomie che  hanno caratterizzato  l'umanità in tutto il tempo storico e dare finalmente spazio alla visione olistica: l'essere umano intero e in più davvero consapevole e degno di essere Uno con il tutto che lo circonda!

A.F. Con la lente d'ingrandimento del microscopio, che scruta in profondità la natura, le piante, gli animali, l'impercettibile assume forme e visioni che impegnano sia gli scienziati che gli artisti;

Teri : Con un microscopio interiore in tutti questi ambiti  ho sondato silenziosamente:
- entrando con i pennelli e i colori - al tempo della pittura - nei calici dei fiori, nelle ali impalpabili delle farfalle che si abbeverano alle fonti  notturne,  presso la  Casa del Ragno
- tentando  di rendere visibile  l'Invisibile assoluto,  da quello così effimero dei Sogni  e dei Ricordi - di questa e di altre vite-
- fino alle tracce impalpabili delle Celebrazioni – in queste ultime ricorrendo alla personale fabulosa bacchetta magica per scorgerne e ridisegnarne le Tracce
 -    fino  al pulsante vellutato e profondo  segnale dell'universo vivente rintracciato nei più archetipi simboli..

http://www.terivolini.it/html/opere3.htm

A.F. l'arte può operare una trasformazione di cose d'uso comune in oggetti da contemplare, in rappresentazioni utili a divulgazioni non solo artistiche, ma  scientificheI“bio-arti - sti” utilizzano, appunto, le conoscenze e gli strumenti scientifici per creare opere d'arte. Per l'esercizio di una creatività, il paesaggio è l'orizzonte “biologico” degli artisti della “Land Art”.
La Land Art si interessa di paesaggio, ha attenzione per l'ecologia, interviene nella relazione tra l'uomo e la natura; tra l'uomo, lo spazio e il tempo. È un'arte “concettuale”, il cui significato non sta tanto nelle opere che produce, ma nel pensiero che le ispira. L'artista interviene “in scala” direttamente sul paesaggio naturale, sfruttandone i suoistessi elementi, senza però alterarlo in modo permanente, anzi lasciando che il tempo restituisca, per evoluzione naturale, i luoghi degli interventi al loro stato originario.

Vi è nella Land Art un interesse ecologico ai ritmi della natura e alla struttura biologica del paesaggio. Vi è un interesse a promuovere, attraverso la esperienza della modifica, della rimodellazione del paesaggio, una maggior consapevolezza dell'essere uomini nel contesto naturale, una inusuale percezione della scala di rapporti tra uomo e spazio.

Teri: Questo è ciò che dovrebbe essere la Land Art ; io la teorizzo e pratico dalla metà degli anni 90

..  http://www.terivolini.it/video/elementi.html   http://www.terivolini.it/html/land_art.htm

A.F. "Arte e natura" è un tema che evoca il culto per la natura nella raffinata cultura giapponese. È un progetto culturale, ecologico e umanitario quello della maison “Louis Vuitton” di salvare l' ecosistema dell'Isola di Pasqua; la mostra “Scritture Silenziose” prende le mosse da tre tavolette “Rongo Rongo”, conservate nei Musei Vaticani, incise secoli fa dai Rapa Nui, gli abitanti dell'Isola, rimaste finora indecifrate e, quindi, “silenziose”.
Ad artisti contemporanei, come Giuseppe Penone, è stato affidato il compito di interpretare i segni grafici e le tracce linguistiche dei Rapa Nui. Dei RapaNui si èparlato dopol'ultimo allarme “tsunami”; si è parlato delle “installazioni” dei famosi “Moai”, le statue di pietra erette da un popolo orgoglioso che per mille anni ha scolpito nei “Moai”la sua gloria.
Sono “installazioni” anche la Giostra di Cristen Holler  su Timpa della Guardia a SanSeverino Lucano, il Teatro Vegetale di Giuseppe Penone a Noepoli e le “uova giganti”di Nils-Udo a Terranova di Pollino.
Sulla giostra del Pollino esprime forti critiche Teri Volini, l'artista lucana di Land Art, alla presentazione a Potenza della sua mostra “La Bella Terra”.
L'installazione di una giostra nel parco del Pollino - si legge in un articolo del Quotidiano del 28 febbraio 2010 – è “un grave atto invasivo travestito da operazione artistico-culturale ambientale e con il pretesto di un potenziamento del patrimonio del parco, come se non bastassero la bellezza e l'integrità del territorio”.

Sono interventi sul paesaggio naturale che introducono cambiamenti e provocano sentimenti e conflitti interiori, assolutamente incoerenti, come i miei, e al tempo stesso contrapposizioni tra la natura di un parco nazionale, qual è il Pollino, e una cultura contemporanea, sostanzialmente tecnicistica.


Teri:  "Land Art" strumentale, autocentrata, antropocentrica e androcentrata, non a caso  fatta da "artisti "  supportati da una cultura e da un potere  antropocentrico e androcentrat o... e ad essi funzionali...

Ma chi  ha stabilito che ciò debba accadere ? E perchè oggi è possibile lasciare che ciò accada, nonostante la pretesa nuova coscienza ambientale che prevederebbe  il rispetto - innanzitutto- della natura?
Dopo  che è esistito un grande come Josef Beuys che già negli anni ‘70 teorizzava e compiva azioni in difesa della natura e piantava migliaia di querce a Kassel,  ridipingeva  la sua casa in Germania   col grassello, la calce portata lì  dalla Puglia,  facendo di Grassello l'Opera in sé stessa esemplare di nuove scelte anche nei materiali da usare e quindi di un nuovo sguardo, di nuove attenzioni, quanto attuali!
A Castelmezzano, mio paese d'origine, e dove ho realizzato la Ragnatela,  io vengo  completamente ignorata dalle Istituzioni  (non certo dalla gente semplice che mi ama e rispetta)  “solo”  perché ho teorizzato la riappropriazione degli elementi e dei materiali  naturali,  scritto e pubblicato articoli sull'attenzione dovuta ai luoghi e sulla  necessità di  evitare la modernizzazione selvaggia che stava invece prevalendo...

articolo Land art http://issuu.com/andypower/docs/verim?mode=embed&layout=http%3A%2F%2Fskin.issuu.com%2Fv%2Flight%2Flayout.xml&showFlipBtn=true
articolo Castelmezzano http://issuu.com/andypower/docs/nel_cuore_della_montagna_lucana_unito?mode=embed&layout=http%3A%2F%2Fskin.issuu.com%2Fv%2Flight%2Flayout.xml&showFlipBtn=true

A.F. La Land art è il piacere di realizzare un'opera d'arte in sintonia con la natura; come dice Teri Volini: “realizzando opere rigorosamente con e per la natura”.  
È un intervenire sulla natura - dice Gillo Dorfles - “non in modo edonistico e ornamentale ma per quello che potremmo definire una presa di coscienza dell'intervento dell'uomo su elementi che presentano un ordine naturale e che, da tale intervento, sono sconvolti ed incrinati”.

Teri: gentile amico,  non mi è per niente  chiaro il senso delle  affermazioni dorfliane,  anzi non mi sembrano chiare esse stesse, o forse ... sono in realtà nella loro apparente confusione chiarissimamente  in linea con la visione conformista che io "sgamo" e disdegno!  
E'  ancora il  maschile patriarcale che annuso  nelle  parole di Dorfles  e nel suo relativo pensiero: un atteggiamento  -  ci si augura - in via di estinzione, e  comunque assolutamente inadeguato ai nuovi tempi,  e  che va a mio avviso delegittimato senza farsi intimidire dalla notorietà o autorevolezza del critico.
Io ritengo opportuno - e spero di non essere la sola – il declinare ragionamenti, fare opere e azioni in cui la natura è al 1°  posto:  ma per quale motivo nessuno - artista e non - prende posizione a favore di un così semplice,  improrogabile e  rinnovato pensiero?
Forse perchè nonostante le dichiarazioni di democraticità e libertà di espressione, si teme la "rappresaglia" del sistema dominante, visto che in ballo ci sono anche interessi economici,  di immagine e tutte le strategie di un complessa organizzazione di  quello che viene tranquillamente definito e accettato come "mercato dell'arte"?
Ma sa perchè io non ho paura di esprimermi?  Nonostante l'attuale reiterato ignoramento e misconoscimento – per di più nel mio luogo d'origine, la Basilicata ( ! )  -  del mio ultradecennale e penso significativo e coerente lavoro in difesa della natura,   il tempo darà ragione alle tesi da me supportate e alle mie opere; ma,  soprattutto per la chiarezza inetriore che  il 1° Ente a cui dichiaro  fedeltà e servizio  è il Pianeta Terra!
E - al di fuori di ogni  incongruo paragone con lui -  ricorda il grande  Galileo? Rischiò addirittura la vita oltre al non ascolto e alla reputazione, e dovette persino  rinnegare le sue tesi rivoluzionarie: ma oggi sappiamo che aveva pienamente ragione e vediamo quale abisso c'era tra lui e i suoi detrattori ...
Certo,  fa un pò senso che si debba ricorrere a simili esempi, ma tant'è...
Al momento presente viviamo tempi così rapidi  che pretendono  una subitanea evoluzione,  una risposta rapidissima del pensiero, dal momento che ci corre dietro  una valanga ....
La Terra non può più aspettare i nostri capricci di vecchi bambini viziati di 6.000 anni! 
Non si tratta nemmeno più di decretare chi abbia  ragione tra due concezioni diverse,  perchè non è in ballo tanto il distinguersi per la migliore dissertazione intellettuale: c'è in gioco molto più di quanto ancora non riusciamo a percepire veramente.
Si tratta in realtà di decidere "solamente"  se non sia ora di ridare alla natura il 1° posto;
 di decretare - dopo secoli di predominio umano patriarcale,   giustificato persino dalle sue forme  religiose e  giunto ormai ,  in ragione assurdamente  e direttamente  proporzionale al cosiddetto progresso, al punto estremo  di  prevaricazione, sfruttamento, inquinamento e distruzione dell'Habitat naturale -   (di decretare)   all'essere umano di fermarsi e tornare al suo posto di semplice ospite del pianeta,  rimediando se ancora è possibile i danni che gli ha procurato.
E proprio l'arte dovrebbe approfittare della sua potenzialità comunicativa  per  contribuire a richiamare   gli umani ormai sordo - ciechi alla responsabiità di  un  mutamento improrogabile ed  epocale.
Grazie di avermi dato occasione con il suo articolo di interagire - seppure tardivamente- con le Sue  apprezzabili argomentazioni. Mi sento in buona compagnia.
un cordiale saluto da Teri Volini 

 www.terivolini.it
Dialogo  virtuale con  Annibale Formica Direttore Parco Nazionale del Pollino , leggendo l’articolo da lui pubblicato su IL Quotidiano  del 19-4 -2010






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