martedì 1 febbraio 2011

L'albero è un essere vivente, non un oggetto ...

Non è la prima volta che mi capita di notare nei pressi dei cassonetti dell'immondizia delle piante un po' sciupate ivi abbandonate magari con tutto il vaso; ma il 31 gennaio c'era addirittura un abete di circa 2 metri, steso per terra con tutte le radici scoperte e i rami ancora verdi che emanavano un debole odore resinoso: quasi una richiesta silenziosa di aiuto, visto che il “civile” essere umano, avendolo usato per addobbare il suo consumistico Natale, aveva pensato bene di disfarsene dopo un mese senza neanche preoccuparsi di ripiantarlo o di portarlo agli enti preposti.

Quell'Albero - considerato non un essere vivente che fa per noi un lavoro prezioso di trasmutazione dell'aria che respiriamo - ma una COSA , ci ricorda l'imperante legge dell'usa e getta che, a dispetto della crisi di cui tanto ci si lamenta, è il simbolo dell' immatura società dello spreco, e testimonia l'indifferenza e il non rispetto nei confronti della natura.

Era quasi l'ora di pranzo, ma di certo ogni boccone mi sarebbe stato indigesto se non avessi fatto un rapido dietro-front con la mia volenterosa Cangoo e non fossi tornata con la decisione di caricare l'abete agonizzante e tentare di salvarlo. Per fortuna passavano di là dei ragazzi, ed insieme a loro la pianta è stata sistemata seppure a stento nell'auto, lasciandone il portellone semiaperto.

Dopo tutta una serie di telefonate, la mattina dopo l'abete sempre più sofferente è stato piantumato in uno dei quadrati verdi a Poggio Tre Galli, grazie a dei vicini volenterosi che si sono prestati all'opera e dai quali ho appreso che bisognava farlo “in segreto”, per non suscitare “conflitti di competenza”.
Sono stata anche informata che pure i valorosi cittadini che - invece di perdere il loro tempo in chiacchiere e pettegolezzi – sistemavano alcune piantine ornamentali nel Parco (dell'Europa Unita) ne erano stati scoraggiati perchè “non autorizzati”.
Ecco un esempio di mondo alla rovescia! Invece di notare il degrado del parco causato dalla sporcizia che si accumula nelle fontane celeste-piscina e la plastica in forma di bottiglie-buste e quant'altro che deborda dai raccoglitori e sull'erba; invece di provvedere alla ripopolazione della scarna famiglia arborea con nuovi alberi -magari sempreverdi per ovviare alla tristezza invernale del parco con alberi a foglia caduca- si stigmatizza chi fa un gesto concreto di miglioramento, come metter a dimora con garbo e tanto lavoro delle piantine e dei fiori!
Spero che l'abete riesca sopravvivere alla mancanza di rispetto che lo ha portato, in un freddo giorno del dicembre 2010, ad essere sradicato e condannato a morte per servire da ornamento festivo ai poco civili esseri umani del terzo millennio.
Teri Volini

2 commenti:

  1. Ci vorrebbe un atto da vera guerriglia garden!

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  2. grazie rossella, già la faccio e spero di non essere la sola! abbracci...

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