Conferenza di Parigi sul clima: o si cambia rotta o si affonda
- dall’art. pubblicato su La grande Lucania business il 30 dic 2015
Il 30 novembre si è
aperta a Parigi la Conferenza per i cambiamenti climatici, summit internazionale
di fondamentale importanza per il futuro del pianeta.
I rappresentanti di 150 nazioni si riuniscono per porre rimedio ai danni di portata planetaria causati dall’irresponsabilità degli umani e dall’ingordigia delle potenti oligarchìe, interessate soltanto al profitto. Oggi, grazie ai media e alle continue sollecitazioni di quanti, singolarmente o in associazione, hanno da tempo compreso il danno in corso, ne danno comunicazione e cercano soluzioni - le informazioni sono alla portata di tutti: il problema è la reale e rapida attuazione di quei piccoli e grandi cambiamenti spesso solo invocati!
I rappresentanti di 150 nazioni si riuniscono per porre rimedio ai danni di portata planetaria causati dall’irresponsabilità degli umani e dall’ingordigia delle potenti oligarchìe, interessate soltanto al profitto. Oggi, grazie ai media e alle continue sollecitazioni di quanti, singolarmente o in associazione, hanno da tempo compreso il danno in corso, ne danno comunicazione e cercano soluzioni - le informazioni sono alla portata di tutti: il problema è la reale e rapida attuazione di quei piccoli e grandi cambiamenti spesso solo invocati!
Riflessioni
A cominciare dal piccolo,
l’essere umano – che pure vanta il
privilegio dell’intelligenza e della conoscenza – sembra incredibilmente non
accorgersi dell’enormità di quanto accade intorno a lui, e fatica ad attuare
persino quei gesti quotidiani che potrebbero portare ad un miglioramento
personale, locale e mondiale,
considerato che ogni azione – virtuosa o sconsiderata che sia – va moltiplicata
per i miliardi di persone presenti sulla terra.
Passando ad un ambito
più vasto - a quanto attiene alle grandi decisioni, la globalizzazione
neoliberista ha norme, dispositivi, criteri che favoriscono il privato rispetto al pubblico e
al bene comune, creando meccanismi capaci di piegare a suo favore i principi commerciali ed economici. La situazione viene peggiorata dagli enormi interessi di lobbies
spudorate che hanno - in un lasso di tempo
relativamente molto breve rispetto alla storia umana - determinato l’inquinamento massivo globale e l’innalzamento
della temperatura - e non solo questo! - posponendo la salute della terra e dei suoi abitanti
ai loro interessi finanziari.
Rubare
il futuro
La cecità degli uni e
degli altri ha dell’incredibile, dal momento che – trovandoci tutti sulla
stessa barca – le letali conseguenze di tali atteggiamenti ricadono “equamente”
su tutti e, cosa ancora più grave, sulle future generazioni, alle quali stiamo
letteralmente rubando il futuro. Dobbiamo perciò augurarci che il Summit
raggiunga lo scopo che proclama, e che le dichiarazioni non rimangano tali. Diverse
le barriere da eliminare
Ostacoli
e dubbi
Al primo posto, quelle frapposte dai tentacolari imperi economici con la pressione
di multinazionali così potenti da far
sorgere il dubbio che siano capaci di qualsiasi delitto pur di mantenere lo
status quo, persino di creare quella confusione in cui il terrore determina un
blocco o un freno all’attenzione per le improrogabilità
ambientali. Che ci sia il loro zampino – o meglio l’artiglio – nei più recenti
atti terroristici, non è certo idea peregrina, considerati anche i
collegamenti esistenti con le falangi impazzite dell’islamismo, grazie
al traffico delle armi, alle risorse petrolifere etc. (Non sia fuori luogo
ricordare che c’è anche l’Italia tra le numerose nazioni “civili” che producono
e vendono armi, e che riguardo alla follia petrolifera, è stato fatto un
decreto, lo “sblocca Italia”, che proprio mentre l’era del petrolio sta per
finire, dà mano libera alle società cacciate da altri luoghi ormai esausti, per
fare scempio anche nella nostra regione, la Basilicata).
Fraintendimenti
Di certo le potenze
economiche non trarrebbero alcun vantaggio dai mutamenti, tanto desiderati da chi ha come priorità la Vita sul pianeta, e a quanto pare
l’etica e la coscienza sono per
loro concetti inusuali! Altri ostacoli sono frapposti dal frainteso “recupero” delle
nazioni in via di sviluppo, che stanno compiendo gli stessi gravi errori delle
loro sorelle occidentali, e pretenderebbero di continuare su quella via, quasi fosse un loro diritto inquinare come quelle
prima di loro, cieche di fronte alle conseguenze letali per le loro stesse popolazioni.
Speranza
e priorità
Tuttavia, nonostante le
difficoltà e i tentativi diabolici di
distrazione di massa, gli atti infami per incutere paura e sminuire quell’energia che – sola - può
attivare le decisioni salvifiche e impedire una catastrofe, noi ci auguriamo
che tutto vada per il meglio. per il bene del pianeta e dei suoi ingrati
abitatori. In fondo, nonostante tutto, la Conferenza è iniziata e ben 600.000
persone hanno manifestato pubblicamente in diverse nazioni, mentre moltissime
altre, pur senza visibilità mediatica, ne hanno sostenuto l’intento e le
richieste, consapevoli dell’improrogabilità
della svolta.
Le parole non bastano
più, ci vogliono i fatti e una saggezza finora mancata.
Il cambiamento deve sostanziarsi sopratutto nell’eticità delle scelte relative all’energia, che provenga da fonti veramente sostenibili; nella ricerca ad oltranza di alternative - non pilotate da interessi - ai deleteri carburanti fossili (petrolio, carbone, etc.) per avere energia pulita ed etica… E poi ci sono gli allevamenti e le culture intensive, la qualità dell’agricoltura, la deforestazione, etc. etc. etc.
Decrescita
Ma - ciò che spesso
viene dimenticato - cambiare rotta significa anche non perseguire accanitamente
una crescita lineare e sconsiderata, i cui danni sono il risultato dello spreco
insensato che ha caratterizzato il nostro stile di vita. Abbiamo pensato che le
risorse del pianeta fossero inesauribili, sfruttandolo in maniera assurda, come
un oggetto da dominare e sfruttare; chiuso gli occhi sullo strascico di distruzione
che ci lasciavamo dietro, e che ancora continuiamo a ignorare. Auguriamoci dunque che i capi delle potenze
mondiali si auto-invèstano della saggezza e lungimiranza necessarie per
cambiare davvero rotta, pena un miserabile naufragio ..
Prof.ssa
Teri Volini
Artista biofila e operatrice culturale
terivolini.art@gmail.com
Cara Teri, come già sai condivido ogni concetto che hai espresso nel tuo articolo, che ho letto attentamente.
RispondiEliminaPurtroppo temo che riporre speranze di cambiamento in questo sistema politico dominante, che è espressione passiva del sistema economico e finanziario dominante, rappresenti solo un'illusione che cerchiamo di crearci per non essere disperati.
Solo se da questo momento fermassimo tutta la mega macchina industriale globale, comprese tutte quelle guerre e quelle attività altamente energivore e inquinanti, forse, dico forse, riusciremmo a mantenere l'aumento della temperatura media del pianeta entro i 2 gradi. Ogni altra opzione di facciata, e penso che queste opzioni saranno le uniche che decideranno di praticare, con criminale incoscienza, sarà inefficace. In tal caso, quando l'aumento della temperatura media del pianeta avrà superato i 4 gradi, scompariremo, se non ci penserà prima qualche cataclisma ecologico.
Quando parliamo in questi termini ci accusano, ovviamente, di catastrofismo...
Ma non siamo noi ad essere catastrofisti, sono loro che stanno decretando il suicidio dell'umanità.
Grazie Teri
Paolo
Paolo, mi dispiace molto che tu - con milta ragione- dica delle cose rispondentio a verità... devo anche dire che sono spesso tentyata anch'io di esperimermi allo stesso modo, ma - seguendo la regola che chi più ha consapevolezza deve in qualche modo pigliarsi ancjhe il peso di quel dolore e di quella disperazione e -tenendola coraggiosamente a bada, non evidenziarla, non metterla al primo piano, altrimenti la situazione diventa disperata , prima psiciologicamente, poi nel concreto, nel senso che la maggior parte della gente - già inerte e priva di energia vitale , già lobotomizzata - fa ancor meno di quanto già non faccia....
RispondiEliminaecco il mpotivo della linea soft e sempre con un angolino di speranza da me adottatata. Per il resto, quanto dici è più che vero, ma è mia convinzione che se nel nostro piccolo non perdiamo del tutto la speranza nel cambiamento e facciamo di continuo e con fermezza i nostri piccoli, medi e grandi gesti simbolici, riversandone poi gli effetti nel nostro stile di vita e nei gesti di comunicazione , come possono essre dialoghi con la gente o articoli -che personalmente scrivo rubando il tempo al sonno e al riposo o ad altre attività magari più concrete e redditizie -forse ancora qualcosa può cambiare ..comunque grazie e se tii vuoi niscrivere al blog osarà più facile comunicare , essendo pochi più interessati a simili argomenti , che la massa ignora e DESIDERA IGNORARE . Basta vedere iul quasi ignoramento allla pubblicazione dell'art su fb x rendersene conto