gennaio/febbraio 2018
questa è una estrapolazione, l'articolo, pubblicato su IL LUCANO , con bellissime immagini è leggibile integralmente sulla Biografia artistica ipertestuale di Teri Volini, ALLE PAGG 282-287
Biografia Artistica
Ipertestuale, parte 5a agg.ta Lasciare orme profonde - 2017-2018 - Pagine 424 https://issuu.com/terivolini9/docs/biografia__5_pdf_dernier_28__4_21_
In questa ricerca le Streghe sono ben lontane dall'immagine
stereotipata che il termine convenzionalmente evoca a causa della degradazione
e demonizzazione operata nel tempo dalla cultura patriarcale nei confronti di
coloro che fin dalla più remote antichità erano state non solo raccoglitrici, erboriste, curatrici, levatrici
ben note alla tradizione popolare, ma guaritrici, medichesse, consigliere, e ancor più indietro nel tempo sciamane,
iniziatrici, sacerdotesse, paredre delle dee ancestrali.
Fu l’antropologa Margareth Murray ad aprire uno spiraglio sulla vera identità di coloro che per secoli avevano avuto la tremenda fama di ricettacoli d’ogni nefandezza e di amanti del “diavolo”: le Streghe. La studiosa britannica (1863-1963), nelle rivoluzionarie opere “The witch cult in western Europe” Oxford, 1921- Le streghe nell’Europa occidentale, Milano, 1978, e “The God of the witches”, 1933, Il Dio delle streghe, Roma, 1972, affermava che si trattava di donne contadine, strettamente legate alla terra, di cui conoscevano segreti e misteri, e che portavano nel sangue e nella memoria l’esperienza delle loro ave; collegate ai ritmi naturali, ai cicli della nascita e della morte, erano curatrici, levatrici, sensitive, sciamane, seguivano una religione non gerarchica dalle radici antichissime, connessa con le forze dell’universo, la luna, le stelle, le dee, e compivano riti ancestrali, coincidenti con i cicli stagionali.
In pratica, Murray parlava della religione pagana precristiana, sopravvissuta segretamente
per millenni dopo l'affermarsi autoritario della nuova religione di Stato nel
IV secolo; una religione ancestrale minoritaria e clandestina, le cui caratteristiche
pacifiche, matricentrate e naturalistiche venivano viste come una minaccia per
il patriarcato e le sue caste, e che venne perciò perseguita con ferocia nei
secoli seguenti come “stregoneria” dalla religione e dal potere secolare
ufficiale, toccando il suo picco dal 1400 al 1600, nella scellerata “caccia
alle streghe”. Ridicolizzata e ridimensionata dalla cultura dominante
convenzionale, la tesi di Murray affermava una verità negata, mistificata e
capovolta per secoli, e che era costata a migliaia di persone - in maggioranza
donne - la perdita della libertà e dei beni, torture inimmaginabili, condanne
al rogo e tutta una serie e di orrori, i più efferati, da parte del potere
secolare ed ecclesiastico, con la stretta complicità della classe medica
emergente, dai cui giudizi dipendeva la sorte delle vittime.
Il tema è trattato altresì nella ricerca GLIFI...
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