Premessa
Nessuna pretesa di gratuita
attribuzione riguardo a “L’amore ai tempi del
colera” di Márquez: non poteva
tuttavia non conquistarmi il rimando al titolo del romanzo, e il richiamo a quello che è il bordone profondo dell’opera
dello scrittore colombiano: una malattia estremamente contagiosa, che fa da sfondo
e da drammatica metafora alla
narrazione e all’amore che in essa viene rappresentato...
Trasponendo
quella fascinazione nel mio “racconto”, riferito al tempo e all’emergenza che
ci ritroviamo a vivere, mi sono rifatta
a spunti o accadimenti reali, immaginando narrazione e all’amore che in essa viene rappresentato...
e descrivendo alcune delle sfaccettature in cui l’Amore può essere declinato a seconda delle contingenze e delle persone coinvolte. Teri Volini
SECOLO XXI - ANNO 2020
1ͣ declinazione dell'amore al tempo del corona
virus
Desiderio inappagato / gentilezza
LOMBARDIA, Codogno (LO):
Stefano e Mila
26
febbraio
Nel paese lombardo
di Codogno, centro del lodigiano, bollato come Zona Rossa del contagio, il sindaco ha firmato l’ordinanza per la
chiusura di scuole, bar, ristoranti, negozi e luoghi di aggregazione. Da
una settimana circa, Mila è in quarantena, insieme a tutti gli
altri abitanti: si sono ritrovati da un momento all’altro in una situazione
allucinante, da coprifuoco: strade deserte e isolamento totale, che le forze
dell’ordine fanno rispettare con posti di blocchi stradali e controlli severi. La
poca gente che si sposta in paese per urgenze, è fornita di guanti e mascherine che coprono naso e bocca:
s’intravedono solo gli occhi, lo sguardo spaesato, come assente, quasi non si
capisse bene cosa stia capitando.
La giovane Mila è innamorata: da circa due
mesi s’incontra con Stefano, che abita appena oltre la zona chiusa. La
contingenza che li ha – loro malgrado – separati, impedisce persino di vedersi,
ed è straniante questo distacco forzato, per di più a una distanza così esigua,
cosa che aggiunge un che di derisorio alla situazione e ne aumenta lo sgomento.
Stefano è sbigottito: preso d'amore per Mila, vorrebbe abbracciarla, stringerla
a sé, dichiararle ad ogni istante il suo amore, stare insieme a lei. Percepisce
questa lontananza come un’atroce beffa, un impedimento insano alla tessitura di
quel meraviglioso filo di dolcezza che li collega; un blocco delirante a quella
portentosa energia amorosa ed erotica che li attrae, ma a cui la
contingenza vieta di trovare espressione.
Il
Bacio di Hayez nella versione dello
street artist Tye su un muro a Milano
Quel distacco assurdo, quella lontananza
obbligata dei due, chilometricamente pur così vicini, li tormenta, li sfianca, li fa impazzire: non possono far
altro che sentirsi al telefono, il che alla fine non fa che accrescere la
frustrazione e il desiderio...
Basta! Devono
almeno vedersi: così Stefano decide di avvicinarsi alla sua bella. Va in auto
fino al limite della segregazione, chiedendo con un sms a Mila di
uscire di casa e di avvicinarsi alle transenne. Nel suo paesino, Stefano è riuscito a
trovare un mazzolino di margherite bianche dal cuore giallo: le porta con sé, strette
al cuore.
La notte scorsa Mila non è
riuscita a chiudere occhio, ma leggendo il messaggio del suo moroso si prepara un
caffè forte e va all'appuntamento. Il cuore le batte forte: non riesce a
trattenere l'emozione. Alla “frontiera” però le guardie non permettono nessun incontro ravvicinato.
Mila ha messo mascherina e guanti, ma le disposizioni sono perentorie, così si
devono salutare da lontano, con gesti toccanti e baci inviati con la mano...
Stefano
appare veramente sconfortato: ̶ No, non
ci possiamo lasciare così! Cerca un compromesso: chiede a uno dei vigili di
portare alla sua bella le margherite.
Ma non prima di aver scritto un bigliettino sopra lo scontrino del fioraio:
Ma non prima di aver scritto un bigliettino sopra lo scontrino del fioraio:
̶ Amore mio, coraggio! Vedrai che presto
l'incubo finirà. Ti amo, disperatamente...
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