giovedì 12 novembre 2020

La strumentalizzazione del disagio

La strumentalizzazione del disagio

articolo di Teri Volini

 per la rivista 

VALORI n. 110 




                                                     
                                                            Salvalacqua Matera 


2015 - Presentato al Parlamento italiano “Politica dell’informazione e della sicurezza”, rapporto del SISR (Sistema Informazione Sicurezza Repubblica): l’intelligence espone “i rischi” per lo Stato.
«La lettura dei fermenti antagonisti e delle dinamiche degli ambienti eversivi, specie di matrice anarco-insurrezionalista, è una delle attività prioritarie dell’intelligence»

Un allarme terrorismo in piena regola! Peccato che vi vengano accomunate le proteste sociali e ambientali, con tanto di potenziali “gruppi eversivi”, No Tav, No Muos, Stop TTIP e No Triv: la difesa dell’ambiente parificata ad ISIS e al-Qaeda!

Dal dossier: «Di marcata valenza antigovernativa si sono confermate le proteste di stampo ambientalista» e «l’opposizione allo Sblocca Italia, stigmatizzato come norma per favorire gli interessi speculativi delle lobby del petrolio e del cemento, impedendo di fatto la partecipazione democratica dei cittadini ai processi decisionali che interessano i loro territori».

Il Referendum contro le trivelle, assimilato a una strategia rivoluzionaria
, volta a minare le fondamenta della Repubblica e della democrazia!



 Tempa Rossa

2020 - Una sorta di tecnodittatura legalizzata

Le tendenze antidemocratiche, serpeggianti carsicamente, sono riemerse particolarmente durante l’emergenza Covid: direttive repressive in crescendo verso le opinioni non in linea con l’ufficialità, specie su tematiche scottanti come cure mediche, obbligatorietà dei trattamenti, vaccini, 5G, e, ad oggi, verso le ricerche che portano elementi nuovi e sconvolgenti sui reali rischi del Virus, sulle tecniche per individuarlo (validità dei test PCR) e per tenerlo a bada (guanti e mascherine). Il tutto, aggravato da un’inesplicabile e reiterata censura sui social, in cui domina indisturbato – o forse appoggiato - l’arbitrio dei potenti supervisori.

Libertà d’espressione e delegittimazione


Fin dall’inizio dell’emergenza, in molti Paesi “democratici” le misure Covid hanno limitato la libertà di stampa, censurato le voci critiche e delegittimato i media non ufficiali. Tra le vittime collaterali del Covid, c’è la libertà d’espressione, una delle conquiste democratiche più importanti, come conferma la Costituzione. Che sia messa a repentaglio è molto grave, dal momento che la disputa avviene tra gli stessi mezzi d’informazione, tentandosi discriminazioni tra mainstream e media indipendenti: frequenti i tentativi di delegittimare ciò che non corrispondeva alla linea “convenzionale”, e addirittura una campagna TV – mai vista prima – contro le notizie difformi, decisa da una riunione governativa apposita, che autorizzava i Fake hunters a scoprire i “falsi” (!).
Sono state compilate “liste” di giornalisti, medici, scienziati, ricercatori, studiosi non allineati, liquidati sommariamente, derisi o ingiuriati, in una maniera talmente perentoria e diffamatoria, da rendere difficile, per i gli “eretici”, far conoscere i loro dubbi, le ragioni, scoperte o anche solo proposte.

 

Interferenze significative 


Gravissima, l’esclusione dell’opponibilità locale al 5G: si è proibito a intere collettività e ai sindaci la moratoria alle Antenne, richiesta da oltre 500 Comuni, invocando il principio di precauzione sancito dall’Unione Europea, in attesa di certezze sulla classificazione di cancerogenesi dall’International Agency for Research on Cancer: la potenza di fuoco delle multinazionali è raccapricciante!

Inoltre, mentre - promossa da Alleanza Italiana Stop 5G - stava per decollare l’iniziativa di Diritto dei cittadini europei (ECI) per moratoria internazionale (1 milione di firme di cittadini di 7 diverse nazioni), partiva la Repressione per chi denunciava i pericoli sanitari del 5G!. Il 9 /6/20 la Segreteria Generale Consiglio U.E. approvava la determina “Dare forma al futuro digitale d’Europa“, in cui si raccomandava di “combattere la diffusione di disinformazione sulle reti 5G”, in particolare riguardante i rischi per la salute o il collegamento al Virus: solo la punta dell’iceberg di una pericolosa deriva della democrazia. 




 Tempa Rossa




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