Sono all’ordine del
giorno le notizie inerenti allo stupro, all’uccisione, alla diversificata violenza sulle donne.
Non mi colpisce solo
l’infamità della cosa in sé, ma la stretta relazione tra la violenza inferta
alla donna e quella verso il pianeta vivente.
La cosa è tanto più
grave anche perché avviene in un tempo - il terzo millennio – che, riferito al processo di
crescita dell’umanità, dovrebbe essere ad un livello evolutivo molto alto.
Al contrario assistiamo
ad un
peggioramento dello stato di cose, sia riferito al femminile che al Pianeta, mai come negli ultimi 60 anni così attaccato, in un processo innaturalmente e pericolosamente veloce!
Si
abusa della donna e del suo corpo con la stessa feroce noncuranza con cui di
abusa dell’habitat.
La donna e la terra
hanno in comune l’impagabile prerogativa
di far scaturire dal loro corpo la vita
e di nutrire i viventi.
Anche “solo” per questo motivo, l’atteggiamento nei loro dovrebbe essere di massimo rispetto, amore, preservazione ..
Assistiamo Invece allo scempio di entrambe!
Diventa
quotidiana, in una società necrofila – quella che follemente ama la morte più della vita - la violenza
alla donna, e la stretta
relazione con la violenza alla terra,
perché viene compiuto e reiterato assurdamente l’Attacco ad uno stesso Principio
– quello della Vita!
Un principio che è alla base di tutto, ma che ad un essere
umano insano appare come una minaccia, un freno alla sua
sete di potere, al suo bisogno di
dominare e di possedere, di appropriarsi
delle
cose e delle persone …
Paradossalmente, quello
stesso principio necrofilo – che ha tristemente dominato nei circa seimila anni del sanguinoso tempo storico
dell’umanità - sembra oggi essersi concentrato in una sorta di mostruosa cristallizzazione - continuando
a generare guerre, corruzione politica e sociale,
un’economia malata, e
l’agghiacciante Stupro del
pianeta, con l’inquinamento generalizzato
e ormai quasi introllabile, i rifiuti
radioattivi nascosti ignominiosamente nel ventre della terra e nei suoi
meravigliosi mari e oceani, lo sfruttamento selvaggio del territorio per ab-usare
senza freni delle sue risorse: fino all’oro nero, il cui sfruttamento senza
limiti corrompe irrimediabilmente l’ambiente, dopo aver demolito la nostra mente con lo specchietto per le allodole di un guadagno per giunta di poco conto e soprattutto non etico, certo a favore delle multinazionali ma distruttivo della salute nostra e delle future generazioni.
Ci si vanta a tutto spiano del “Progresso” in tutti i campi, ma ciò appare
spropositato e risibile, se guardiamo la
profonda crisi che attanaglia oggi tutti i campi del vivere, e se ci accorgiamo
della sofferenza generalizzata per l’assenza di quello stato di benessere fisico -psichico - spirituale
cui ciascun essere umano aspira e che dovrebbe poter raggiungere nel corso della vita, e prepararlo per le future generazioni.
Ritornando allo stupro,
esso non esisteva nemmeno come termine
linguistico, tanto era
inammissibile, presso popolazioni come
gli Indiani d’America, che abbiamo
provveduto a distruggere anche
culturalmente: sembra che
avessero una buona vita, vivendo in armonia con la natura, prendendo da essa ciò che serviva loro per vivere e non di più.
Non
a caso vengono ricordate le sagge parole
di un grande capo indiano, “Questo noi sappiamo: “la terra non appartiene all’uomo, è l’uomo che appartiene alla
terra”
Un monito oggi diventato
prerequisito essenziale per un grande
cambiamento di rotta, per la
sopravvivenza stessa del genere umano: perché di questo si tratta ..
Anche uno sguardo al
passato più remoto, precedente i
famigerati tempi storici, potrebbe darci lo spunto per utili riflessioni .. .Nelle
più antiche e misconosciute civiltà matrilineari le donne erano rispettate e
divinizzate, proprio perché incarnavano quel principio della Vita che permetteva al genere umano di perpetuarsi:
ed era il neolitico!
Nei magnifici affreschi
della civiltà cretese, donna e natura appaiono magnificate e onorate; il fatto
stesso che vestissero normalmente in topless, al pari delle loro dee, senza
che nessuno ardisse solo pensare di non
rispettarle, la dice lunga su quanto
dobbiamo ri-programmare il nostro modo
di concepire la vita, prendendo esempio nei valori da coloro che - nel nostro megalomane, cieco orgoglio nella nostra
superficialità e ignoranza - abbiamo bollato come selvaggi o barbari privi
di senno …
Teri Volini
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