sabato 1 aprile 2017

Pale eoliche e pannelli solari. Senso di responsabilità versus mostruose proliferazioni

Cum grano salis, prego!

Un pizzico di sale nella minestra la rende più gustosa e apporta elementi di cui il corpo ha bisogno: ma cosa succede se  invece ne mettiamo  di più? Anche solo un mezzo cucchiaino,  e il cibo diventa   immangiabile. Figurarsi se ve ne  aggiungessimo  un cucchiaio intero,  una tazza o più,  insomma una quantità eccessiva:  sarebbe la saturazione,  dannosa o fatale per  qualsiasi essere vivente.

L’esempio - in apparenza modesto e "casalingo" - mi è stato suggerito dal detto latino.
Cum grano salis  (un po’ di discernimento) è un monito alla saggezza dei comportamenti, alla prudenza che in ogni atto, personale o collettivo - e istituzionale -  è d’obbligo, se non vogliamo trovarci in grosse difficoltà 

Tenere alto il senso della misura vale per ogni cosa, e, nello specifico, per le energie rinnovabili, per le quali abbiamo tanto lottato e che ora - cadute nelle mani rapaci di multinazionali che mettono al primo posto il loro profitto, non esitano a trasformare un mezzo, buono in partenza,  in un danno, “saturando” il territorio con le loro “Imprese”

Succede con le pale eoliche e con i pannelli solari, che, salutati all’inizio come una fonte di salvezza dal nucleare o dal petrolio, si rivelano adesso  dei mostri tentacolari nella realtà del proliferare  indisturbato, dell’invasione ad oltranza del territorio, della sostituzione - forzata col danaro -  dei fertili campi  che si dovrebbero  invece salvaguardare e di cui incentivare la coltivazione come preziosa risorsa - con l’avanzata dei giganti di cemento e delle luccicanti distese riflettenti..
Una sorta di nuova colonizzazione …

Il carattere intensivo degli interventi e le alternative ignorate

Il problema non è il pannello solare o la pala eolica in sé, ma il carattere  intensivo degli interventi e – a causa dei  forti interessi a monte -  l’arretramento o l’annullamento della ricerca di ulteriori modalità per produrre energia, o per il perfezionamento di quelli esistenti, come succede in altre società civili.
 In Germania o comunque in molti paesi più responsabili, pannelli solari vengono man mano sostituiti da congegni simili che, partendo dallo stesso favoloso principio di catturare il sole per produrre energia, riducono sempre più le loro dimensioni, ad esempio diventando una “piastrella” murale o una tegola, o un vetro per finestra, adempienti alla stessa funzione in maniera sostenibile.
Senza contare che esistono  tanti altri modi per contribuire all’approvvigionamento energetico, tra cui il  recupero degli olї esausti grazie a speciali macchinari che li trasformano in ottimo carburante dopo aver fatto evaporare l’acqua ed filtrato i residui solidi!

 Vedi articolo  alternative al petrolio: La rivincita del Pyrococcus furiosus,  ovvero: è possibile fare a meno del petrolio? Già pubblicato su La Grande Lucania maggio/ giugno 2015 -  su blog  Teri Volini: http://terivolini.blogspot.it/2015/07/la-rivincita-del-pyrococcus-furiosus.html


Da anni  si sente parlare di alternative, di cui non solo abbiamo poca conoscenza a causa dello scarsa informazione mediale, ma che poi scompaiono nel nulla.

Che i grandi interessi ormai cristallizzati  sulle “tradizionali” fonti di energia, petrolio in primis, c’entrino – e non poco -  è ipotesi non peregrina! Esistono situazioni al limite dell’incredibile, in cui persone geniali, che si adoprano per il bene comune e per l’ecosostenibilità,  non solo non vengono prese in considerazione, ma addirittura boicottate  perché “disturbano” gli interessi precostituiti.


Basilicata, Piani del Mattino, 2017

Già nel 2014,  a novembre, nei pressi di Potenza vicino Potenza, in una fredda ma splendida giornata di sole, un drappello di cittadini interessati alla salvaguardia del territorio e della salute pubblica e del paesaggio  manifestava  sotto la prima delle 8 pale di 40 metri previste lassù e già in corso di installazione.
Il luogo è bello, importante dal punto di vista faunistico, tra l’altro sede del passaggio degli aironi cinerini, di grandi uccelli dal piumaggio bianco e nero, che lo  hanno scelto per nidificare. Anche il Nibbio reale  è di casa da queste parti, in tutta la sua fiera bellezza. L’altopiano, molto ventoso, si trova a ridosso della Costa della Gaveta che è praticamente la periferia di Potenza, ed era stato  scelto per l’installazione delle  gigantesche pale, che seguivano le tantissime già presenti dappertutto in Basilicata, come si può osservare un po’su tutti i profili collinari ..

Le manifestazioni avvenivano mentre già la prima  torre si ergeva nel bel mezzo di un vasto terreno agricolo, arato e  pronto per la semina. Si parlava allora di  un lotto di otto aerogeneratori da realizzare uno vicino all’altro nello spazio di circa 400 metri, alcuni dei quali vicinissimi alle abitazioni ed alle strade, a formare un vero e proprio parco eolico

Oggi, a distanza di soli tre anni, ne stanno “ignobilmente” installando 51, in prossimità di abitazioni dove vivono stabilmente famiglie, donne, anziani, bambini …
Ecco un altro territorio destinato alla desertificazione, deprivato della sua capacità produttiva per ospitare – con  pagamento compensativo - i giganti di cemento  che – tolta ogni precauzione e senso della misura – da produttori di un’energia utile alla comunità  diventano produttori di danni. 

Comunicato 2014


 Già nel novembre 2014 il Comitato di cittadini stilò un comunicato, facendo notare che:
“Dal punto di vista ambientale e paesaggistico, la presenza – allora - di otto pale eoliche della altezza di circa 40 mt (quanto un palazzo di 13 piani!) rappresentava  un vero e proprio scempio;
Dal punto di vista della sicurezza, la presenza di tante pale eoliche in prossimità di strade, abitazioni e impianti sportivi rappresentava  un rischio da non sottovalutare, tra cui i casi di rotture di pale e incendio del rotore

Già nel 2014 si faceva notare che, dal  punto di vista energetico, la realizzazione di 8 aerogeneratori da 60 Kw era  operazione superabile da  una sola  pala da 1Mw, che,   ubicata secondo principi di compatibilità ambientale, paesaggistica e di sicurezza, genererebbe  energia equivalente a oltre 16 aerogeneratori.

Si faceva anche notare che, dal punto di vista economico, i proprietari terrieri sono allettati da compensi immediati,  mentre in realtà vanno  incontro a pesantissimi inconvenienti economici. I proprietari terrieri, per la presenza della pala, vanno incontro alla svalutazione della loro proprietà, al fatto che sulla loro terra non si potrà più costruire, che dovranno pagare le tasse non più come zona agricola, e soprattutto si dovranno accollare gli elevatissimi costi di rimozione e smaltimento della pala dopo che la stessa sarà usurata

Tenere alto il senso della misura

Il Comitato chiedeva  con forza alle istituzioni Regionali e Comunali ed alla Magistratura di intervenire immediatamente per fermare operazioni inutili da un punto di vista energetico e distruttive del paesaggio e dell’ambiente le cui conseguenza sarebbero ricadute per anni sul territorio comunale e sulle generazioni future. Invece oggi,   non solo a  quelle rimostranze non è stato dato alcun peso, ma le pale si sono moltiplicate mostruosamente.

Diventa davvero urgente pensare e agire  con sale in zucca:  discernimento, senso di responsabilità. una maggiore e libera informazione, lo  sguardo verso il bene comune e le generazioni future, il tutto alla luce dell’Etica e della prudenza nelle decisioni  istituzionali: solo questo   potrebbe evitare danni in progress,  e non solo agli abitanti di Piani del Mattino …
Prof.ssa Teri Volini
Artista biofila



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