venerdì 22 maggio 2020

Plasmoterapia iperimmune: da Platone a Lucarelli








Da Platone a Lucarelli


di Teri Volini



Nell’antica Grecia,  i sofisti  si vantavano di poter confutare qualsiasi cosa, vera o falsa che fosse: è questa la tecnica usata dalla giornalista Lucarelli su Il Fatto quotidiano, nell’intervista telefonica al prof. De Donno: un uomo giusto, che invece di essere ringraziato e onorato per quanto ha fatto da febbraio nel suo ospedale di Mantova per la cura dei pazienti di Corona Virus, dopo due mesi e mezzo in cui è stato oggetto di di critiche ingiustificate,  tentativi di ridimensionamento della cura - il cui difetto è di  essere efficace e poco costosa -  ostracismi e tormenti  da parte dei borioni di turno, e dopo essersi visto scippare la sua terapia, (intendendo per sua l’utilizzo a fini di guarigione della plasmoterapia iperimmune, da lui usata  - dopo averla riscattata dall’ignoramento ufficiale  -  per salvare vite umane,  

... a quasi fine maggio viene ancora sottoposto ai degenerati tentativi (da parte di   una cronista in chiara ricerca di scoop), di minimizzare, sottovalutare e deridere la persona e l’operato del prof.: lo fa cinicamente, tramite il reiterato tentativo di trascinarlo nei vicoletti degli equivoci, delle menzogne e delle mimimalia, volti addirittura a metterne in dubbio la serietà sul lavoro! 

Ha usato - con una naturale spregiudicatezza e nessuna professionalità
- la tecnica dell’antica scuola eristica - si era ai  tempi di Platone e di Socrate per intenderci, sebbene io tema che Lucarelli non la conosca, non essendo  laureata -   per indurre nell’interlocutore una gratuita agitazione e confusione, e non permettergli di far vertere il discorso su quello che davvero è importante:
 


a) la possibilità di curare i malati di C.V,  a cui il Prof. ha sempre dato la priorità


 b) il gravissimo atto di sottrazione da parte dell’AIFA (Agenzia italiana farmaco) e dell’ISS (Istituto superiore sanità), della guida  nella sperimentazione ufficiale nazionale  all’ospedale di Mantova insieme a Pavia   - dovuta ai proff. Franchini e De Donno (che non solo era stato il primo a utilizzarlo sul campo da febbraio, ma pure con il risultato di ridurre la mortalità al 6% ).

La guida -  e implicitamente il merito -  è  stata assegnata a Pavia e a Pisa: quest’ultima in realtà aveva iniziato strumentalmente la sperimentazione solo l’11 aprile e con un solo paziente interno, senza nemmeno concluderla: un atto inqualificabile!

Lo studio toscano “Tsunami” scelto come modello per la sperimentazione  nazionale: sfido chiunque a non incaxxarsi di brutto, ma De Donno, sebbene provato, da vero signore arriva a dire che alla fine ciò che conta è che la terapia cammini e salvi delle vite umane. Che Persona! Neanche pensa a una denuncia: lui preferisce lavorate, curare: e poi - aggiungo io – con quei Potenti Simpaticoni e i loro ammanigliamenti politici e finanziari, figurarsi...


































EL


Tornando all’“intervista”, mi tocca ricordare che sarebbe dovere dei media esenti da sofisti/cazioni - sottolineare il valore di De Donno e la gravità dell’accaduto: ma alla giornalista scoopista non interessa scoprire la verità, precipitandosi quindi
a stigmatizzare lo spudorato comportamento dei poteri forti,
o almeno portarne e a conoscenza il pubblico, intontito dalle tante falsità spacciate per vere proprio dal mainstream.


QUELLO Sì CHE SAREBBE UN BELLO SCOOP,  CORAGGIOSO E A FIN DI BENE! 


Al contrario lei preferisce la linea trash: il giornalismo spazzatura, quello scandalistico, insomma, continuando imperterrita per tutto il tempo a cercare di trascinare il prof. nel pantano dei dubbi e dei pettegolezzi, con affermazioni capziose, ambigue e fuori luogo: solo una grande,  forse eccessiva correttezza del professore gli ha impedito di chiuderle il telefono in faccia, come chiunque avrebbe fatto.

Il giornalismo responsabile non si confà a Lucarelli , come si vede in questa orribile intervista-farsa.
Lo leggiamo nello scritto pubblicato -  una sua estrapolazione dalla registrazione, e soprattutto lo ascoltiamo: ciò che a lei interessa è sputtanare qualcuno che vale, esporlo al ridicolo (lo chiama Mr. Plasma, che vergogna!), cercando di tirar fuori con compiacimento eventuali aspetti negativi: e se non esistono, li possiamo sempre creare, vero? Magari insinuando, alludendo, intrufolandosi.... Il fine? Rovinare la reputazione di un uomo giusto, deformandone l’immagine.

È un comportamento talmente grave, da portare i malpensanti a delle retro-intenzioni non propriamente incorrotte: certo, questo non si può provare, ma pensare sì: è l’effetto boomerang, altrimenti detto: chi la fa l’aspetti!

Prof.ssa Teri Volini


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