sabato 18 aprile 2020

FAKE OR NOT FAKE: THIS IS THE PROBLEM!










TERI VOLINI



Da quando in qua,  nel XXI secolo,  le opinioni “differenti” sono definite fake?
Per differenti s’intendono le opinioni  divergenti da quelle convenzionalmente accettate e propagate dalla cultura ordinaria.  Fake vuol dire falso:  definendo  superficialmente e indifferenziatamente false le opinioni non conformi, si creano  disguidi e malintesi.
Ci chiediamo quale  possa essere la motivazione di una simile confusione , che sia o meno creata volutamente: probabile che il calo di valore della cultura, o meglio  la diminuzione del livello culturale nella nostra società, abbia avuto come conseguenza l’attenuazione se non  la  scomparsa del senso critico: di quella cosa che si chiama pensare; della sana capacità di discernere tra ciò che è vero o probabile e ciò che non lo è,  insieme all’accortezza di lasciare che gli altri si esprimano liberamente, visto che, fino a prova contraria, siamo in democrazia!

Le sopraindicate qualità sono essenziali, ma difficili da possedere: in tutti i tempi storici, in verità, visti i danni provocati in ogni epoca dagli esseri umani, ma comunque fino ad un certo punto presenti.  Poi, senza che ce ne accorgessimo, anche “grazie” ad un imbarbarimento causato anche dall’uso scorretto dei social, il discernimento e la libertà d’espressione sembrano essere diventati prerogativa di pochi auto-eletti, che si arrogano il diritto di definire le verità e  le menzogne, altrimenti dette fake, balle, bugie, “bufale”.

Ci chiediamo se esista un modo per poter definire falsa o vera una notizia! Una corretta metodologia presupporrebbe una meticolosa informazione, una totale obiettività di giudizio, e la piena imparzialità nei riguardi delle faccende in ballo: siamo davvero sicuri che questo avvenga, soprattutto  nella comunicazione mediale ufficiale, quella che in innumerevoli spot pubblicitari e trasmissioni ci viene raccomandata di seguire? 


Libertà d’espressione, o censura? 


In molti Paesi “democratici”,   le misure d'emergenza contro la pandemia sembrano  aprire le porte alla possibilità di limitare la libertà di stampa, censurare le voci critiche e delegittimare i medi, specie quelli non ufficiali: Giornalisti bastonati in India, corrispondenti espulsi dalla Cina, redazioni messe all'indice in Brasile e negli Stati Uniti, reporter investigativi minacciati in Slovenia, giornalisti e blogger arrestati in Turchia. Tra le molte vittime collaterali della pandemia da coronavirus, ce n'è anche una che rischia di diventare di lungo termine e difficilmente reversibile: la libertà di stampa (Raffaella Menichini, Repubblica 31 3 20)..


Ora, che la libertà d’espressione, una delle conquiste democratiche più importanti - la nostra Costituzione  parla chiaro al proposito -  sia messa a repentaglio, è molto grave, dal momento che (limitandoci al nostro paese) la disputa avviene anche tra i mezzi stessi d’informazione, tentandosi una discriminazione tra mainstream e media indipendenti:  è in atto un tentativo di delegittimazione delle notizie che non provengano dalla  corrente informativa  "convenzionale", dominante, addirittura con   una campagna televisiva– mai vista prima –   contro le notizie definite Fake, decisa da una riunione governativa ad hoc.  

 La cosa lascia a bocca aperta, anche considerando che ciò accade nel momento più difficile per l’emergenza corona virus, e tutta l’attenzione dovrebbe essere rivolta alla pandemia e alle sue problematiche ancora irrisolte. Sembrerebbe quasi un’azione distrattiva! C’è peraltro una strana coincidenza con  il cominciare a  prender atto da parte della gente, dell’avanzare 5G, e dal porsi sempre più domande sulla innocuità o meno delle antenne.

Inoltre la domanda è: chi sono gli “esperti” che  decidono la veridicità delle notizie,  chi opera la selezione, e con quali metodi? Chi separa  le fake dalle non-fake? 
Nello specifico,  non si corre forse il rischio di  bollare come  fake le notizie riguardanti le informazioni diverse, quelle che propongono interrogativi, che spingono alla riflessione:  di fronte
a queste, si procede a una sommaria disapprovazione, Così l’informazione resta a senso unico, e  capita che le informazioni valide, ma fondate su punti di vista diversi, vengano confuse con le “autentiche” fake – molte delle quali pronunciate proprio dal mainstream e ancor più  paradossalmente dai Fake hunters, i cacciatori di falsi (!),  incaricati ufficialmente. 


Così vengono compilate delle “liste” di giornalisti, medici, scienziati, ricercatori, studiosi non allineati, che vengono liquidati sommariamente, se non ingiuriati,  in una maniera talmente perentoria (quando non diffamatoria), che  risulta veramente difficile, per i gli “eretici” in causa, reagire o far conoscere fino in fondo le loro  ragioni, le loro scoperte  o anche solo le loro proposte, che andrebbero ascoltate e approfondite per deciderne la validità o meno, ma a ragion veduta!



2a parte



 “Nun me fà venì mal ‘e càp”


Solitamente le cosiddette fake sono corredate da links con  video esplicativi: se i detrattori si dessero la pena di accedervi, forse smetterebbero di essere così sicuri della loro “verità” così assolute, calcificate, ma forse hanno paura di approfondire, sono terrorizzati dalla prospettiva di guardarsi dentro per “capire”. Fuggono da  tutto ciò che non corrisponde alle loro vecchie credenze o convinzioni indotte: non vogliono cambiarle, troppa fatica! Troppo lavoro da fare! “Nun me fa venì mal‘e cape , mi disse qualche tempo fa una persona a cui, proponevo la lettura di testi sulla salute molto interessanti e innovativi, nonostante la grave malattia che lo aveva colpito.


 La manipolazione delle notizie 


 Ma il peggio non ha limite: il diabolico affaire  della manipolazione delle notizie supera persino la disinformazione. Porto  a tale proposito alcuni esempi recenti riguardanti l’altra grossa problematica del momento: l'arrivo del 5G,  la banda a larga frequenza di cui, nonostante la pandemia, prosegue con i lavori d’installazione delle antenne: sembra quasi che approfitti della sinistra calma che c’è in giro per procedere più agevolmente e silenziosamente... 

Molti comuni  hanno vietato o sospeso l’installazione delle stesse nel loro territorio, appellandosi al principio di precauzione, affermato anche dall’UE, chiedendo la moratoria fino a quando non si abbia la certezza che non ci siano danni per la  salute* Finora sono diverse centinaia  

Però di tutto questo non  si parla: i media ufficiali nemmeno accennano al procedere dei lavori e alle problematiche per la salute che questo pone per noi e per l'ambiente; l’unico inquietante indizio sono le escavazioni  frenetiche lungo le strade e  il taglio di un numero scandaloso di grandi alberi, fuori e dentro le città, dovunque siano d’intralcio al passare delle frequenze che propagandano  un futuro più tecnologico possibile e l’ “Internet delle cose”. Sta di fatto che si sta procedendo già da tempo ali lavori e al taglio delle piante: alberi alti e antichi, spesso centenari.

L’operazione  è stata tra le poche azioni  lavorative a non essersi fermata, mentre  la popolazione era rintanata in  casa  per  evitare il virus: se non fosse per le eloquenti  immagini su fb o stampa, non se ne saprebbe niente. Perché lo fanno? Gli alberi alti ostacolano le frequenze: l’acqua contenuta nel fogliame ha questo potere.


Cui prodest?

Ebbene,  più volte ho sentito in questi giorni giornalisti e conduttori televisivi affermare cose di questo genere : “gli attivisti del 5G vogliono abbattere le antenne considerandole portatrici di coronavirus”. La stessa notizia è stata ribadita nella trasmissione Leonardo del 10 aprile, da certo Enrico Bucci,  e ciò che stupiva era la veemenza con cui egli sottolineava la distorta affermazione,  quasi fosse il difensore d’ufficio del 5G: un grande business, le cui  rappresentanze versano  fior di quattrini per l’impianto delle antenne, ai sindaci dei comuni ospitanti, e a tutta la filiera:  non sappiamo se alcuni appartenenti dei media  ne facciano parte. 


Un’affermazione dall’identico, insensato tenore è stata ripetuta dal  conduttore della trasmissione tv “Atlantide”, che tuttavia non aveva la stessa foga degli altri due, sembrava in verità piuttosto smarrito, forse per la cattiva coscienza dell’erroneità di quanto stava affermando,  implicitamente confermando  la sua ignoranza sulla problematica se non  la sua cattiva fede.

È evidente che le antenne non  “trasportano il virus”, ma è assai probabile  che l'inquinamento elettromagnetico spinto possa  determinare un indebolimento del sistema immunitario, che insieme a tanti  altri inquinanti –  frutto venefico della miriade di attività umane non controllate,  indebolisce l'organismo, che è così predisposto alle malattie più svariate, tra cui tumori e ... virus. Ne ho scritto nella seconda parte dell’articolo: https://www.talentilucani.it/corona-virus-un-temibile-maestro-di-vita/


È giusto attivarsi per una ricerca ampia e libera, con la  necessaria prudenza, al fine di  scorgere gli inganni e le manipolazioni. L’importante è  imparare a capire le trappole di chi (media  ufficiali e non) opera per  nascosti interessi e manipola la giusta informazione, diffondendo una mezza o   distorta verità. In ogni caso, sia la manipolazione delle notizie che l’etichettaura   delle notizie  “diverse” come fake è immorale. 
La password per cominciare la ricerca è: cui prodest?  "A chi conviene?”

Teri Volini



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