Nel 1° anniversario della intitolazione di uno spazio verde
a Gimbutas nella città di Potenza2019 Talenti Lucani https://www.talentilucani.it/toponomastica-femminile-intitolazione-a-marija-gimbutas
a Gimbutas nella città di Potenza2019 Talenti Lucani https://www.talentilucani.it/toponomastica-femminile-intitolazione-a-marija-gimbutas
esce per Le Parole delle Donne su FB il mio testo sul coraggio delle donne Dedicato a Marija Alseika Gimbutas
La memoria che aiuta il futuro
di Teri Volini
Una
preziosa presenza
Nel corso della nostra
vita sono tante le vicende, le persone, le letture e le immagini che concorrono
alla nostra formazione umana, culturale e spirituale. Ognuna di esse - una
vena, un rivolo, un ruscello, un placido fiume o un torrente impetuoso che
siano - mescolandosi con ciò che
eravamo fino a quel momento, ci trasforma. Alcune sono particolarmente
significative e senza che ne abbiamo da subito coscienza, danno una svolta
decisiva al nostro pensiero e alle nostre azioni, stimolando o direzionando la
nostra creatività. Altre operano in modo ancor più sottile, risvegliando ciò
che abbiamo già dentro di noi, riportandolo alla luce. Marija è stata per me
una di queste preziose presenze, fin da quando la “conobbi”, agli inizi degli
anni ’90, grazie ad un amico, straordinario “catalizzatore” di relazioni e
d’incontri...
Il primo grande dolore
Maria
Alseika era nata a Vilnius, in Lituania il 23 gennaio 1921, in
una famiglia culturalmente molto vivace: i genitori, sostenitori del patrimonio
artistico lituano oppresso dalla Russia zarista, la educarono al rispetto delle
tradizioni del Paese, in una scuola da essi stessi fondata. La madre fu la
prima dottoressa in medicina lituana, e il padre, medico, editore e storico,
aprì il primo ospedale a Vilnius 1918.
Nel ‘34 la sua fervida adolescenza venne sconvolta dalla morte del padre: allo smarrimento iniziale reagì con fermezza, per continuare il lavoro paterno con lo studio dei riti funerari precristiani del territorio. Si laureò in Archeologia all’Università di Vilnius. All’invasione tedesca seguì, nel giugno ‘40, quella sovietica.
Nel ‘34 la sua fervida adolescenza venne sconvolta dalla morte del padre: allo smarrimento iniziale reagì con fermezza, per continuare il lavoro paterno con lo studio dei riti funerari precristiani del territorio. Si laureò in Archeologia all’Università di Vilnius. All’invasione tedesca seguì, nel giugno ‘40, quella sovietica.
Il primo esilio
Era l’ora più profonda di una notte in cui la luna
occhieggiava appena tra le nuvole, quella in cui Marija si ritrovò ad affrontare
il suo primo esilio, costretta a una drammatica fuga dall'arrivo delle truppe sovietiche
che occupavano la sua terra d'origine, la Lituania, durante la Seconda Guerra
Mondiale. A soli 19 anni, dovette dire addio alla sua casa, alla sua città e abbandonare tutto, fuggendo insieme al marito Jurgis
Gimbutas, “con la figlioletta su un braccio e la tesi di laurea sotto l'altro”.
Iniziarono così le peripezie di questa donna che io annovero tra le persone più
importanti della mia vita.
In
sintesi, dopo aver conseguito un dottorato (PhD) in archeologia nel 1946 all'Università
di Tubinga in Germania, nel 1949 approdò negli Stati Uniti come rifugiata. Non
senza difficoltà e discriminazioni come donna, fu traduttrice e ricercatrice ad
Harvard in qualità di esperta in archeologia europea orientale, fino ad
affermarsi nel 1963 come docente di Archeologia Europea all'Università di Los Angeles.
Autrice di oltre 20 opere e 200 pubblicazioni sulla mitologia dell'Antica
Europa, la religione della Grande Dea e le origini delle culture indoeuropee,
tra cui La civiltà della Dea, Dee e Dei dell'Antica Europa. Il linguaggio della
Dea.
Fondamentali per l’evoluzione della sua visione furono le campagne di scavo dirette dal 1968 al 1980 nel bacino del Danubio, in Grecia e in Italia, che le permisero di indagare sulla cultura europea precedente l’influenza indoeuropea, ricevendo numerosi riconoscimenti.
Fondamentali per l’evoluzione della sua visione furono le campagne di scavo dirette dal 1968 al 1980 nel bacino del Danubio, in Grecia e in Italia, che le permisero di indagare sulla cultura europea precedente l’influenza indoeuropea, ricevendo numerosi riconoscimenti.
Una
scoperta inestimabile
Era ormai una studiosa
e un’archeologa di grande valore, apprezzata e onorata, Marija, ma provava un profondo
disagio: nei numerosi scavi diretti, aveva ritrovato sempre “armi, armi e
ancora armi”. Tuttavia non l’aveva mai abbandonata la certezza dell’esistenza di
società ancestrali in cui la guerra non fosse esistita, o comunque non fosse “la
norma”: quasi un destino, un dato biologico dell'umanità. Questa fiducia
non cedette mai, fino a quando, decidendo di ordinare gli scavi in uno strato
ancora più profondo dei precedenti, non trovò le prove visibili di quanto lei
aveva immaginato e sperato.
Il merito della grande archeologa,
ricercatrice e studiosa Marija Alseika Gimbutas è di
averci donato su un piatto d'argento le prove inoppugnabili dell'esistenza di
antichissime culture che praticavano sistematicamente la pace, privilegiandola quale valore fondante. La tesi sostanziale - da sempre ritenuta utopica - della pace come unica via possibile per la
sopravvivenza e per l'evoluzione dell'umanità e del pianeta, era stata sempre
frenata dalla fatidica affermazione che
la guerra fosse esistita da sempre, quasi
iscritta nel dna umano: con il suo incommensurabile lavoro, Gimbutas ha svelato l’infondatezza di
una simile affermazione, provandola con i suoi ritrovamenti in
tutta la Vecchia Europa, e con la successiva, minuziosa classificazione dei
reperti e la loro interpretazione in un numero notevole di studi e pubblicazioni.
Il secondo esilio
Ma le idee nuove -
soprattutto quelle veramente eccezionali, che però in qualche modo dis-turbano
lo status quo, non vengono assorbite immediatamente dalla società; spesso
accade che siano addirittura ostacolate e ignorate: ed è proprio ciò che
successe a Marija, che invece di essere premiata per la sua scoperta, venne boicottata,
a volte anche irrisa, comunque minimizzata ed infine ignorata: proprio come suol
farsi nel regressivo mondo patriarcale per cancellare sommariamente qualcuno/a. Ciò
avvenne in primis nello stesso ambiente accademico che le aveva attribuito
premi e onori per le precedenti, più convenzionali ricerche.
La sua scoperta era
rivoluzionaria, forse troppo in anticipo coi tempi; o forse andava a toccare
una visione troppo calcificata, ed ancor più probabilmente i troppi interessi
legati alla guerra e alle sue spietate ramificazioni commerciali e di potere.
Per aver osato il
capovolgimento del crudele refrain "la guerra è sempre esistita",
Gimbutas venne sommariamente sottoposta a censura; per aver tentato di
distruggere uno schema deleterio, subì il misconoscimento, l’esilio: lei che
tale condizione l'aveva realmente patita nei duri anni della guerra.
Inadeguatezza
per eccesso di valore
In un mondo alla rovescia di cui vediamo esempi ad ogni istante, appare ipotizzabile che tanta inquietante sottovalutazione sia dipesa soprattutto dal fatto che le tesi della studiosa non fossero conformi con i dictat, con i pregiudizi e con gli interessi non etici della cultura imperante.
Sta ora avvenendo una sua reale valutazione, grazie a una serie sempre più numerosa di ricercatori che riconoscono la validità del suo metodo, che ha saputo dare un senso compiuto e di alto livello a dei materiali archeologici che - anche nella parte in cui erano o sono già noti, come l’arte minoico-micenea - prima del suo lavoro erano dormienti, in quanto del tutto mal compresi.
In un mondo alla rovescia di cui vediamo esempi ad ogni istante, appare ipotizzabile che tanta inquietante sottovalutazione sia dipesa soprattutto dal fatto che le tesi della studiosa non fossero conformi con i dictat, con i pregiudizi e con gli interessi non etici della cultura imperante.
Sta ora avvenendo una sua reale valutazione, grazie a una serie sempre più numerosa di ricercatori che riconoscono la validità del suo metodo, che ha saputo dare un senso compiuto e di alto livello a dei materiali archeologici che - anche nella parte in cui erano o sono già noti, come l’arte minoico-micenea - prima del suo lavoro erano dormienti, in quanto del tutto mal compresi.
Dare
onore al merito
Avendola seguita per oltre
un quarto di secolo, ho voluto onorare questa grande donna, travolta da un
giudizio tanto assurdamente selettivo quanto ingiustificato, impegnandomi
da anni per una intitolazione e una targa commemorativa a suo nome nella città
di Potenza, facendo del mio meglio per
concretizzare questa promessa. Nel 2018 le è stata finalmente dedicata una doppia
targa commemorativa nello spazio verde a lei intitolato, in via del Gallitello,
a Potenza, all’altezza della Galleria Unità d’Italia.
I
valori fondanti: Il Principio femminile originario
Si vive in una società
in cui lamentiamo l’assenza dei valori fondamentali: ma se, insieme alle cause
dell’ingiustizia, della violenza, dell’egoismo etc., non eliminiamo anche i
punti di riferimento negativi su cui abbiamo basato storicamente il nostro modo
di vivere, e le cui deleterie conseguenze sono sotto i nostri occhi, il
rinnovamento tarderà ad arrivare, e continueremo a girare in tondo sui
tanti problemi che ci affliggono, senza capirne realmente i motivi e di
conseguenza senza trovare soluzioni valide.
Indispensabile è dunque
un mutamento
culturale che preveda il ritrovamento e l’osservanza di un modello
esemplare: quello che io definisco il Principio Femminile originario®,
che non solo ponga rimedio ad una storica “invisibilità” femminile, ma provveda
al riconoscimento dei Valori che da quel principio provengono, e che attengono
primariamente alla vita, all’amore, al rispetto, alla solidarietà, alla
sensibilità, alla gentilezza, alla dignità, alla coscienza, al coraggio,
all’autenticità, alla lealtà, al sostegno reciproco, alla verità, libertà, creatività,
alla cura dell’essere, delle relazioni etc.: e Marija li compendia nella gran
parte.
Fino all’ultimo, benché
amareggiata e stanca, ammalatasi di cancro (secondo me per il dispiacere), ha
continuato a lavorare in solitudine, duramente, per completare le sue ricerche e
lasciare così ben chiara la traccia delle sue inestimabili scoperte. Sono certa
che possiamo trarre preziosi insegnamenti da persone resilienti come Marija
Gimbutas, che trovarono più volte nella loro vita la forza per fare ciò che
amavano, per ricominciare, per continuare in ciò che ritenevano giusto, nonostante
il boicottaggio e la solitudine cui furono costrette; per non odiare, ma per tramandare.
Prof.ssa
Teri Volini, artista biofila, ricercatrice
ebook: OMAGGIO A MARIA GIMBUTAS
parte 1a https://issuu.com/terivolini9/docs/omaggio_a_gimbutas_ebook_parte1a_co
parte 1a https://issuu.com/terivolini9/docs/omaggio_a_gimbutas_ebook_parte1a_co
Articoli su IL CAPRICORNO
2 ott
2018 pubblicazione 1a e 2a parte della
ricerca su Serra d’Alto, sulla rivista on line IL CAPRICORNO
file:///C:/Users/Teri/Desktop/desktop%20ottobre%202018/Eventi%20-%20Il%20sito%20di%20Serra%20d'Alto%20-%20scoperta%20di%20un'ancestrale%20cultura%20della%20pace%20in%20Basilicata%20-%20di%20Teri%20Volini.pdf
file:///C:/Users/Teri/Desktop/desktop%20ottobre%202018/Eventi%20-%20Il%20sito%20di%20Serra%20d'Alto%20-%20scoperta%20di%20un'ancestrale%20cultura%20della%20pace%20in%20Basilicata%20-%20di%20Teri%20Volini.pdf
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