Contributi di:
Anne Delaby
(Manifesto del Cavaliere Azzurro) dalla Lombardia, Albavilla (Como)
Caterina Putignano dalla Puglia, Taranto
Katia Stain
dalla , Basilicata, Potenza
Mimmo Giangipoli ( Artisti della Bellezza) dalla
Basilicata , Bernalda
Marco Mauri e
Gemma Del Tufo dalla
Lombardia, Chiavenna (Sondrio)
Teri Volini ( Centro d’Arte e Cultura Delta di
Potenza) Basilicata
… Invochiamo la
Musa dell'Arte con cuore ardente per
esserne strumento e dunque agire la creazione attraverso l'opera.
Nessuno possiede l'arte, è l'Arte che
prende possesso di chi desidera esserne strumento, a vari gradi di purezza e di Assoluto, perchè manifesti la Vita Universale di cui
ogni essere umano ha bisogno per
trascendere la propria visione egoica motivo di
sofferenza.
L'arte è fonte di Liberazione per l'Essere Umano e lo porta a riconoscere i veri Valori Universali che muovono la vita individuale, collettiva e planetaria.
L'arte è fonte di Liberazione per l'Essere Umano e lo porta a riconoscere i veri Valori Universali che muovono la vita individuale, collettiva e planetaria.
Riconsolidando tali Valori, può ristabilirsi una pura
fratellanza tra gli esseri umani nel gioioso rispetto delle diversità.
Che l'Arte
Universale sia sulla Terra.
Dal testo di Maria Caterina Putignano, Taranto
….L'Arte è una dimensione in più, chi vive a due
dimensioni forse può faticosamente immaginare la terza, però può essere aiutato e i tuoi convegni vanno
sicuramente in questa direzione.
L'Arte, a mio avviso, assomiglia alla FEDE, innalza
il nostro spirito e ci fa accettare e forse anche comprendere cose che la
nostra ragione, nel suo piccolo, non riesce a cogliere…
Dal testo di Marco Mauri - Chiavenna (Sondrio)
… Più che parlare mi piacerebbe ascoltarvi
parlare di arte, cosa non facile sicuramente.
Come vedi dal mio cognome io ho le radici nel
sud dell’Italia anche se abitiamo a Chiavenna, nel profondo nord.
Qui i larici, fino a poche settimane fa, erano
coperti d’oro, senza preoccuparsi delle
fluttuazioni del metallo giallo, però non abbiano il pino loricato e tante
altre cose, ma ci arrivano i tuoi colori e le tue parole.
Dal
testo di Gemma Del Tufo, Chiavenna (Sondrio)
…Vivere la propria vita da
protagonisti, senza trascinarsi nella mediocrità a cui c’inducono i media e
l’attuale contesto sociale.
Tornare a lottare per i valori di tutta la
specie umana, fermarsi e godere della “Bellezza” che c’investe ogni giorno.
Noi, “Artisti della Bellezza” cerchiamo di fermarne il tempo, di catturarne la
luce e l’energia per condividerla con chi è meno attento, addolorato e logorato
dal mondo.
Guardare le stagioni, i suoi colori
la ciclicità della natura, l’incanto di una nuova vita. Non sono miracoli
questi? Facciamo della nostra vita un miracolo di Bellezza.
Dal testo di Mimmo Giangipoli, Bernalda
Dal mio punto di vista un aspetto non secondario dell’arte è l’inscindibilità dalla coscienza sociale, dallo svilupparsi di quel sentimento di partecipazione e compassione nei confronti della realtà che ci circonda, della umana sofferenza, che non debba necessariamente essere espresso attraverso l’esibizione del brutto, ma anche attraverso una riscoperta del bello, mostrando come questa realtà, grazie alla consapevolezza e all’umanizzazione, possa essere trasformata, che nella melma può nascere il fiore di loto.
Dal testo di Katia Stain- Potenza, Basilicata
Oggi l'arte è tecnica, anzi
tecnologia... ha perso l'anima.
Ha perso la sua mission di canale tra l'Essenza e la
realtà/illusione, segreto linguaggio che fa parlare il grande cuore del mondo
con il cuore dell’uomo, come dice Rudolf Steiner.
Uscendo da una intellettualizzazione
dell’arte che parla solo alla testa, dall’arte concettuale e manierista,
volendo staccarci da un' arte puramente
estetica e piacevole, ed evitando l’arte
che parla solo alla volontà come prodotto della tecnica, improntata alla materia, e alla quotazione, vogliamo farci portatori di un'Arte quale
manifestazione dell’Essere, che rivela ciò che sta dietro il velo della
manifestazione rendendo visibili gli arcani e le cause. Far apparire
l’Essere e l’essenza entro la materia….
La modernità è
solo la metà dell’Arte: l’altra è la sua eternità, diceva Baudelaire.
L'arte è testimone del suo tempo -dobbiamo piangere sul nostro tempo più che
sull'arte/pattumiera- pertanto non deve
struggersi su come "innnovare"
assolutamente stile o tecnica, dimenticando il contenuto, guardando il come
e non il cosa. Arte è
rivelazione dell’epoca, di cui illustra il disagio e mal-essere, la perdita dell’essenza - di senso - assenza d’assoluto… ma non solo.
L’arte deve turbare
dice Braque, perché risveglia, interroga, smuove e rimuove, ma credo debba
anche portare pace..
L’artista non deve essere un prodotto dell’epoca, non ostentarne la violenza, la volgarità, la
decadenza, e non cadere nelle stereotipie commerciali nè essere sottoposto alle
leggi di mercato; ma condottiere, sacerdote
e profeta, voce di un'altra realtà.
Dal testo di Anne Delaby Albavilla (Como)
- Lombardia
Oggi l'arte è tecnica, anzi
tecnologia... ha perso l'anima.
Ha perso la sua mission di canale tra l'Essenza e la
realtà/illusione, segreto linguaggio che fa parlare il grande cuore del mondo
con il cuore dell’uomo, come dice Rudolf Steiner.
Uscendo da una intellettualizzazione
dell’arte che parla solo alla testa, dall’arte concettuale e manierista,
volendo staccarci da un' arte puramente
estetica e piacevole, ed evitando l’arte
che parla solo alla volontà come prodotto della tecnica, improntata alla materia, e alla quotazione, vogliamo farci portatori di un'Arte quale
manifestazione dell’Essere, che rivela ciò che sta dietro il velo della
manifestazione rendendo visibili gli arcani e le cause. Far apparire
l’Essere e l’essenza entro la materia….
La modernità è
solo la metà dell’Arte: l’altra è la sua eternità, diceva Baudelaire.
L'arte è testimone del suo tempo -dobbiamo piangere sul nostro tempo più che
sull'arte/pattumiera- pertanto non deve
struggersi su come "innnovare"
assolutamente stile o tecnica, dimenticando il contenuto, guardando il come
e non il cosa. Arte è
rivelazione dell’epoca, di cui illustra il disagio e mal-essere, la perdita dell’essenza - di senso - assenza d’assoluto… ma non solo.
L’arte deve turbare
dice Braque, perché risveglia, interroga, smuove e rimuove, ma credo debba
anche portare pace..
L’artista non deve essere un prodotto dell’epoca, non ostentarne la violenza, la volgarità, la
decadenza, e non cadere nelle stereotipie commerciali nè essere sottoposto alle
leggi di mercato; ma condottiere,
sacerdote e profeta, voce di un'altra realtà.
Dal testo di Anne Delaby Albavilla (Como)
- Lombardia Una nuova arte per una nuova società
La
società odierna vive una profonda crisi, di cui soffre - insieme alla economia,
alla politica, all' etica, al lavoro -
anche la cultura ... e l'arte ; ipotizzo
che una delle cause sia la
corrispondenza con quei non-valori, come la convenienza e il conformismo, che
hanno caratterizzato la produttività in tutti gli ambiti della post
modernità e che tuttora perdurano.
Si è scambiata l'arte con la moda, si è dato consenso alla pura novità fine
a stessa e al disimpegno, come ha ben evidenziato nei suoi scritti il critico Bruno Corà; l'arte ha aderito al sistema di sfruttamento
capitalista delle risorse umane e naturali.
Eppure
da tempo delle voci autorevoli si erano
levate, sottolineando la necessità di una svolta, di una nuova coscienza, come l'artista Josef Beuys, che propugnava già
negli anni '70 nuove privilegiate possibilità per l'arte: si trattava di
una visione strettamente collegata con lo sviluppo spirituale e umano di
ciascun individuo, ciò che il
maestro tedesco definiva
Esprimendo profeticamente un concetto allargato di arte,
Beuys parlava di un'arte che formasse la cultura e la vita; "un concetto di cultura sociale
come l'arte più importante; come sistema che trasformi tutto l'organismo
sociale in un'opera d'arte, dove sia incluso tutto il processo di
lavoro, sia quello di Goya, sia dell'agricoltura, delle scienze dell'educazione,
della tecnologia.
Dove il principio di
produzione e consumo prenda una forma veramente di qualità.
Si deve
trasformare non solo il fare quadri e sculture, ma tutta la forma sociale. E'
un programma gigantesco".
Sono
stata profondamente colpita dalla grandezza e dalla preveggenza di Beuys,
che parlava di difesa
dell'individuo, di valori umani e di libera creatività, di senso della vita, di
difesa della natura contestuale alla difesa dell'individuo.
Se si fosse dato ascolto
lui ed a persone altrettanto illuminate,
oggi non ci si troverebbe ad affrontare
una crisi socio-politico-
economico-culturale così estesa a livello mondiale.
Il ritrovarmi in
pieno accordo con le idee di Beuys
dipendeva dall'essere ioda sempre su
quella linea, avendo da sempre dichiarato l'intenzione di non volermi conformare a quello che
vedevo come una degradazione dell'arte, un vero e proprio mercato, con regole
tutte sue, spesso scarse in
correttezza ed etica; di
volermi discostare anche dalle incresciose modalità relazionali e comportamentali degli “artisti” o degli
operatori che mi era dato conoscere, sia locali che nazionali: ed è ciò che ho fatto
anche nel mio operare fuori regione e all'estero.
In una mia pubblicazione,
l'Arte come esperienza fondamentale -1999 -
avevo confermato e approfondito
tali riflessioni.
Mi
rincresce notare che a tutt'oggi i
principi esplicitati da Beuys e dalle sue opere sono incompresi
o forse non conosciuti; se lo sono, stentano ad essere accettati e messi
in pratica, forse perché ritenuti “scomodi”
rispetto ai disgraziati parametri
correnti: senza ci si renda conto di quanto
dannoso sia il mancato aggiornamento
per la dignità dell'arte e della vita.
Ad
ogni modo, io mi attengo strettamente ad
essi, portando avanti uno studio di
vera e propria “ridefinizione” dell'arte, e soprattutto
praticandola rigorosamente, sia come artista creativa, sia come operatrice
culturale ed educatrice.
Debbo
però riscontrare verso tale intenso lavoro uno scarso riconoscimento, soprattutto istituzionale, ed in particolar
modo nella mia stessa regione;
un'attenzione
e un sostegno -materiale e morale - assolutamente inadeguati rispetto alle vere e proprie “imprese” compiute negli anni, in aderenza ad alti ideali e in servizio alla società: proprio
ciò che proponeva Beuys, ritenendo essere compito prioritario dell'artista contribuire
ad una società e ad un'arte altamente
evolute;
un'arte “il cui fine è la rinascita
spirituale dell'essere umano e la solidale collaborazione tra persone di
diversa origine, razza, religione, stato sociale, economico e culturale”!
L'avarizia nel riscontro è per l'artista
fonte di grandi difficoltà per
l'attuazione di studi, ricerche;
per
l'organizzazione e la realizzazione di Azioni, Opere, Eventi:
ed
anche di grande sofferenza, non solo e non tanto per il mancato
riconoscimento e compenso lavorativo ,
quanto per la diminuita possibilità che
le idee, gli stimoli e le riflessioni
innovative possano essere
esaurientemente proposte e
diffondersi nella società
stessa cooperando alla sua evoluzione.
Che un
simile impegno sia misconosciuto
o ignorato, è un fatto riscontrabile ... e c'è forse da aspettarselo, quando si opera in
una cultura generalmente superficiale, abitudinaria; ma che l' ignoramento divenga
implicitamente un boicottaggio è
grave indizio di
chiusura e di non democraticità ...
Sono fermamente convinta che sia ormai finito il tempo dell'inconsapevolezza,
dell'immobilismo; i cambiamenti sono
oggi improgabili e basta gurdarsi intorno per vedere quanto gravi siano le
conseguenze di situazioni lasciate stazionare troppo a lungo!
Sta
accadendo dappertutto e in tutti gli
ambiti: e come anche violentemente vengono liquidati regimi politici dittatoriali, leggi inique e
mancanza di libertà e autonomia per i popoli; come anche i disastri ambientali
segnano sempre più l'invalicabilità del limite di sfruttamento delle risorse
e come
in campo economico nascono nuovi teoremi - decrescita, beni comuni- che danno lo stop
alle false illusioni progressiste - così
sta per scadere il tempo degli
“artisti” autocentrati, che usano l'arte per ottenere fama,
successo, ricchezza; in perenne
concorrenza, ferocemente o subdolamente
nemici tra loro: gli “artisti in carriera”, emuli dei modelli competitivi della
pseudocultura conformista e consumista
ancora vigente...
E'
arrivato il momento di un'arte in cui si
attivino delle “strategie comunicative”
ad alti livelli di senso, che difendano i beni comuni; di un'arte
che sia essa stessa un bene comune, come mi ha scritto Paolo
Cacciari nella dedica del suo libro “La società dei beni comuni”...
Anche
se corre ancora la moda dei rampanti
–cronologicamente giovani e non- artisti in odor di carriera, mi accorgo che
essi - pur lavorando con mezzi da cosiddetta
Hight Technology - sono in realtà
molto simili ai loro “padri”,
tanto incollati a stressati modelli e schemi obsoleti da rimanerne impaniati.
Pre-vedo
la sostituzione dei “vecchi” artisti
di ogni età con altri finalmente consapevoli del grande privilegio
che offre il "fare arte in una
forma nobile"; artisti autentici, generosi,
consapevoli, fieri portatori di esperienze di pensiero e
di vita improntate al rispetto degli
altri esseri e del pianeta.
Teri
Volini