La bolla
In piedi davanti alla
vetrata, ancora in camicia da notte, Lisa osserva il cielo plumbeo. Assorta, mentre
si passa il pettine tra i capelli arruffati, si chiede se prima o poi pioverà: “non
che faccia poi molta differenza”, si ritrova a pensare.
Lisa ha 13 anni. Quasi
compiuti. Il suo compleanno è fra una settimana, e lei ha fatto da tempo una
piccola lista d’inviti per festeggiarlo, insieme ai suoi genitori. Aveva pure chiesto
alla nonna di prepararle una torta speciale, ed era certa che si sarebbero
divertite tanto, lei e le sue amichette, come l'anno passato
Si scuote alla voce della mamma che la chiama per la colazione. Si trascina svogliatamente
in cucina, dove l'aspetta una tazza di latte di riso con biscottini, una fetta
di pane con marmellata di arance e delle mele rosse.
Dopo i primi giorni d’isolamento,
in cui non capiva ancora bene che stesse succedendo e quali potessero essere le
conseguenze di quella “cosa” da cui il mondo intero era intimorito, Lisa ora si
sente come rinchiusa in una grande bolla trasparente, morbida come quella delle
chewing gum, ma al tempo stessa
rigida e persistente: le permette di respirare, ma intanto la ingloba del tutto,
la controlla perennemente, di giorno e di notte
È più di un mese che Lisa non esce di casa: come tutti gli abitanti della sua
cittadina, della sua nazione e di tante altre nel modo intero, dopo l'ordinanza
governativa di protezione della salute, andar fuori è non solo vivamente
sconsigliato, ma perentoriamente vietato. Impossibile circolare, se non per
esigenze improrogabili, come l’approvvigionamento del cibo: ma di quello si
occupa suo padre, una volta la settimana, con una liberatoria in tasca e adeguatamente
provvisto di guanti e mascherine faticosamente reperite. All’inizio della sua
vita di adolescente, Lisa si è ritrovata nel pieno di una pandemia
Cioccolato
fondente
Lisa è fortunata, dal
momento che abita proprio sopra un piccolo Parco, e “prima” poteva scendervi e
camminare o fare degli esercizi ginnici, giusto per mantenersi in forma. Poi,
con l’inasprimento delle misure cautelative, non era stato possibile fare
nemmeno quello: all’ingresso erano state sistemate delle transenne e guardando
dall’alto, i vialetti del parco apparivano surrealmente solitari esilenziosi.
Guarda giù dalla finestra aperta: la primavera è ormai inoltrata e le gemme
sugli alberi non aspettano che di aprirsi, onorando così il loro compito di
ricoprire di piccoli fiori e foglie i rami degli alberi, spogli dopo il lungo
inverno.
A volte ha come
l'impressione che la bolla diminuisca di grandezza – senza però rompersi o
sparire – fino a diventare una specie di casco da palombaro. Allora lei prova
una fitta di paura: percepisce chiaramente di essere in trappola e sente che la
sua vita non è e non sarà più quella che l'aveva vista – fino ad appena qualche
settimana prima – tranquilla, studiosa ragazza, che si preparava a diventare
grande..
Diligente com'è, lei fa tutto quello che deve: studia, legge, disegna, ascolta
musica, sistema la scrivania e i suoi libri, aiuta la mamma; ha pure chiesto al
suo papà di fare insieme la torta per festeggiare comunque quei 13 anni così stranianti. Hanno deciso che la faranno al
cioccolato fondente, proprio come piace a lei, però ci metterà sopra due numeretti
di legno con una sola candelina: sono così tante, ormai, da spegnere!
Stefano
Lisa ha un filarino: platonico, si capisce! Le piace un ragazzo della sua
stessa età, conosciuto a scuola. Lo trova carino e simpatico e condividono
l'empatia. Si chiama Stefano, ha i capelli corti e scuri e uno sguardo
rilucente. Si sono parlati spesso, anche se per pochi minuti, nei corridoi
della scuola o in cortile, e lei ha sentito per la prima volta il cuore che le
batteva un po' più forte.
Ed è stato bello ed emozionante la mattina in cui lui le ha offerto, con un
sorriso impacciato, una piccola margherita con i petali un po’ arrossati alla
base. Certo era una delle prime della stagione, impavidamente spuntata subito
dopo lo svanire della neve, e a lei era piaciuto, quel gesto così fresco e gentile.
E adesso? Non può vederlo e nemmeno sentirlo: si vergognerebbe a chiamarlo, e, anche
potendo, non vuol far sapere ai genitori di questa sua prima attrazione; la
sente come qualcosa che appartiene solo a lei, ed istintivamente vuol gustarne
la struggente tenerezza.
Anche se... è... era solo un inizio,
lo riconosceva tuttavia come un sentimento bello, misterioso e denso di
sconosciute promesse... Ora però la distanza temporale è cresciuta troppo, e la
figura del ragazzo sembra quasi sfumare, in un ricordo che si allontana di
giorno in giorno: o forse è una tattica inconscia per tenere a bada la pena che
sente pulsare nel cervello e che si accresce nel cuore.
Trekking
Così si ritrova – muta –
davanti a quella finestra, che oggi offre uno spettacolo nuovo, allettante, con
il sole che brilla in alto nel cielo, permettendo ai rami degli alberi di disegnare
arabeschi d’ombra sui vialetti del piccolo parco. Ma non può scendere, neanche
per una passeggiata, e quanto le pesa! Però può osservare la natura che
continua il suo corso, ben lieta che lo stop
alle umane attività le abbia regalato una pausa, così può riprendersi dai danni
che l'inquinamento spinto ha procurato all'aria, all'acqua, ai fiumi, ai mari e
all'intero pianeta.
Questo pensiero viene a
Lisa spontaneo, perché ama molto la natura, ed è consapevole di quanto poco
l’essere umano la rispetti: possibile che ci volesse un virus per fargli
ricordare quanto bello e prezioso sia ogni suo aspetto? Quanto meraviglioso sia
il solo respirare a pieni polmoni, passeggiando liberamente! Per adesso deve
accontentarsi del fruscio dell’acqua nella fontana nel parco, però le
piacerebbe tanto poter calzare gli scarponi da trekking e andare in montagna,
lasciarsi riscaldare dal sole tra le rocce, accanto a una lucertola appena
nata, e ascoltare il chioccolio di un ruscello...
Lisa pensa a tutto questo con un rammarico misto a nostalgia, però solo di
sfuggita, perché viene presto ripresa dallo sconcerto di fondo e da una
strisciante infelicità.
Il
sogno
Stamattina Lisa fatica
a svegliarsi: durante la notte ha fatto un sogno stupefacente, che l’ha trasportata
tout court in un’altra dimensione,
felice, gioiosa, d’infinita libertà: ha sognato di volare! Si lanciava da una
nuvola frastagliata, librandosi per un po’ nel cielo violetto, poi, senza la
minima paura, scivolava lungo un canale d’aria verso la terra riarsa, argillosa
e spaccata, diventando sempre più agile e sicura. Scendeva poi, come nuotando, verso
una collinetta disseminata di ginestre in fiore dal profumo stordente, sostando
con piacere in un prato smeraldino, cedevole, dove un girotondo di bimbi
l’accoglieva festante.
C’era una siepe, e con il solo spostamento della mano lei
trasformava i riflessi del Sole in una marea di boccioli lilla viola e bianchi,
poi in tanti minuscoli diamanti sfaccettati che si spargevano nell’aria,
scindendo la luce in infiniti arcobaleni.
Risaliva infine verso delle montagne
altissime, le cui pareti si aprivano all’improvviso – come ali – su un immenso,
calmissimo mare color turchese. Ne scorgeva dall’alto le profondità, e, in
quegli abissi insondabili, riconosceva la moltitudine di creature guizzanti
d’ogni forma e dimensione, che sembravano intente in un’eterna, danzante
sinfonia
E, sopra a tutto, la luce: un intenso splendore!
Violette gialle
Accanto alle vetrate
del soggiorno, oggi sfiorate da un sole timido, che fa capolino attraverso le
nuvole spostate dal vento, Lisa si sente meno attanagliata dallo sgomento: quel
sogno splendido e così tanto “vero” le ha lasciato uno strascico di tale
bellezza da sostenerla, rassicurarla.
Stamattina ha da studiare, fare delle video-chiamate, seguire on line le
lezioni della scuola e molte altre cose. La sua cameretta è da sistemare, deve
cambiarsi i vestiti, lavarsi i lunghi capelli e provare il lucidalabbra che la
mamma le ha regalato: è o non è oramai una giovane donna?
La bolla che l’opprime sembra essersi assottigliata, è più trasparente, meno
ingombrante!
Va in cucina per bere un bicchiere d'acqua: uno per sé e l’altro per la piccola
violetta africana che aspetta, alquanto riarsa, lì, sul davanzale: forse l’ha
un po’ trascurata!.
È la sua piantina preferita, con le sue foglie ovali un po’pelosette, tutte da
accarezzare, e quelle corolle d’un giallo luminoso che comunica allegria solo a
guardarlo. Chiede di bere, di nutrirsi, per offrire in dono la sua timida
bellezza per quel giorno e per gli altri
a venire, sembra suggerire, mentre si lascia impregnare dal liquido
trasparente che Lisa sta versando. Entrambe vogliono semplicemente continuare a
sperare nel meglio, espandersi, vivere, a dispetto di tutto...
Decide di prendersi una
piccola pausa: le nuvole sono sparite, e il sole adesso splende in un cielo perfetto.
Esce sulla verandina dove la mamma tiene tante piante fiorite, sposta in un
angolo riparato la seggiolina di legno, si toglie la tshirt e si siede, lasciandosi
permeare dal calore così intenso e piacevole: gli occhi socchiusi, sente il
conforto di quei raggi, che accarezzano le braccia, il viso, collo e i piccoli
seni che fioriscono, fermi, nella compattezza della gioventù, mentre sente
spuntare sulle labbra un sorriso.
Teri Volini