venerdì 28 febbraio 2020

2ͣ Declinazione dell'amore al tempo del corona virus




 


Premessa

Nessuna pretesa di gratuita attribuzione riguardo a “L’amore ai tempi del colera”
di Márquez: tuttavia non poteva non conquistarmi il rimando al titolo del romanzo,
e il richiamo  a quello che è il bordone profondo dell’opera dello scrittore colombiano: una malattia estremamente contagiosa, che fa da sfondo e da drammatica metafora alla
narrazione e all’amore che in essa viene rappresentato...

Trasponendo quella fascinazione nel mio “racconto”, riferito al tempo e all’emergenza che
ci ritroviamo a vivere,  mi sono rifatta a spunti o accadimenti reali, immaginando
e descrivendo alcune delle sfaccettature in cui l’Amore può essere declinato a seconda delle contingenze e delle persone coinvolte. 







2ͣ  Declinazione dell'amore al tempo del corona virus:


Cura / Sapienza antica
Basilicata, Picerno (PZ): Rocco, Carmela

SECOLO  XXI - ANNO 2020  28 febbraio


Venerdì mattina Rocco s’è svegliato con la febbre. Non era ancora troppo alta, ma se la sentiva crescere dentro piano piano, insieme ad una cauta preoccupazione.
Era giorno di mercato e fin dal pomeriggio precedente – nonostante sentisse già le ben note avvisaglie dell’influenza (brividi e dolori in tutto il corpo, debolezza etc.) – aveva già in parte preparato le cassette di frutta e verdura da portare al mercato di Potenza: cicoria campestre, bietole, insalata, radice di rafano, aglio composto in trecce, rape fresche, mele annurche (quelle piccole e stortignaccole, ma deliziose!), tutta roba buona del suo terreno, là in alto, sulla montagna, dove ancora non era riuscita ad arrivare la peste delle perforazioni petrolifere che infestano la regione, con gli impossibili  nomi di Shell, Total, Eni... 



  ̶  E mò ch faccӛ?*

Ha un soprassalto, si alza metà sul letto, prende il termometro, misura la febbre: ormai sono 38 i gradi. Cerca di rassicurarsi, ricordando che alla televisione aveva sentito che questi sintomi non erano necessariamente ascrivibili al virus che stava inquietando il paese, perciò lui si attiene alla terapia del calore che usa ad ogni influenza, quella praticata dalla madre ed ancora prima dalla nonna: avvolgersi accuratamente nella coperta di lana di pecora e aggiungendone sopra anche un'altra, pure di lana.
Lo scopo è di “covare” la malattia, accumulando tanto calore da distruggere qualsiasi virus, influenza o corona che sia: il sudore prodotto caccia fuori le tossine...

Non ha fatto altro che raccomandare a sua madre di starsene lontana, ma figurarsi!
Lei arriva ogni tanto per controllare con la mano la fronte del figliolo, che reagisce
in malo modo ordinandole di uscire per non rischiare. Tutto inutile! A mezzogiorno Carmela – il costume tradizionale mai dismesso, di lana scura l’ampia gonna plissettata, un corpetto rosso e la parte superiore del seno ancora prosperoso non celata dalla camicetta bianca a ricami – è di nuovo nella stanza, accanto al letto.


Giusto per non farlo preoccupare s’é messa un fazzoletto di lino sul viso, a coprire naso e bocca: lo tiene su con la sinistra, mentre porge al figlio una tazza odorosa di brodo vegetale bollente:  

  ̶̶  E iamm, Rrò, iamm...Vev ca quess t fa surà, e po’ tӛ cagnӛ. Mo tӛ rascӛ sov u liett pur à magliӛ r lana pulita. Dice. – Vir ca mo te rascӛ pure nu bellӛ bbechierӛ r’acqua fresca sov à culunnetta, ca tӛ la vivӛ roppӛ ca sì surà. Nun tӛ nengarӛcà, ca mo tӛ passa tuttӛ cosӛ, figlij miij!!*...
 
 
dal dialetto picernese:
 *  ̶  E ora cosa faccio?

 * ̶  Dài, Ròcco, dài! Bevi, che questo ti fa sudare e poi ti cambi. Ora  ti lascio sul letto la maglia di lana pulita. Dice.  Vedi che ti lascio pure un bicchiere d'acqua fresca sul comodino, così bevi dopo che hai sudato. Dài, che mo' ti passa tutto, figlio mio!.







Costume tradizionale femminile di Picerno (PZ)
 (grazie ad Annalisa Caivano)




precedente declinazione:


1a Declinazione dell'amore al tempo del corona virus

https://terivolini.blogspot.com/2020/02/1-declinazione-dellamore-al-tempo-del.html

giovedì 27 febbraio 2020

1ͣ DECLINAZIONE DELL’AMORE AL TEMPO DEL CORONA VIRUS








Premessa 

Nessuna pretesa di gratuita attribuzione riguardo a “L’amore ai tempi del colera” di  Márquez: non poteva tuttavia non conquistarmi il rimando al titolo del romanzo, e il richiamo  a quello che è il bordone profondo dell’opera dello scrittore colombiano: una malattia estremamente contagiosa, che fa da sfondo e da drammatica metafora alla
narrazione e all’amore che in essa viene rappresentato...
Trasponendo quella fascinazione nel mio “racconto”, riferito al tempo e all’emergenza che ci ritroviamo a vivere,  mi sono rifatta a spunti o accadimenti reali, immaginando
e descrivendo alcune delle sfaccettature in cui l’Amore può essere  declinato  a seconda delle contingenze e delle persone coinvolte.
                                                                                                                                                                                     Teri Volini







SECOLO XXI - ANNO 2020 







 declinazione dell'amore al tempo del corona virus

Desiderio inappagato / gentilezza
 



LOMBARDIA, Codogno (LO): Stefano e Mila
26 febbraio




Nel paese lombardo di Codogno, centro del lodigiano, bollato come Zona Rossa del contagio, il sindaco ha firmato l’ordinanza per la chiusura di scuole, bar, ristoranti, negozi e luoghi di aggregazione. Da una settimana circa,   Mila è in quarantena, insieme a tutti gli altri abitanti: si sono ritrovati da un momento all’altro in una situazione allucinante, da coprifuoco: strade deserte e isolamento totale, che le forze dell’ordine fanno rispettare con posti di blocchi stradali e controlli severi. La poca gente che si sposta in paese per urgenze, è fornita di guanti e  mascherine che coprono naso e bocca: s’intravedono solo gli occhi, lo sguardo spaesato, come assente, quasi non si capisse bene cosa stia capitando.




La giovane Mila è innamorata: da circa due mesi s’incontra con Stefano, che abita appena oltre la zona chiusa. La contingenza che li ha – loro malgrado – separati, impedisce persino di vedersi, ed è straniante questo distacco forzato, per di più a una distanza così esigua, cosa che aggiunge un che di derisorio alla situazione e ne aumenta lo sgomento.

Stefano è sbigottito: preso d'amore per Mila, vorrebbe abbracciarla, stringerla a sé, dichiararle ad ogni istante il suo amore, stare insieme a lei. Percepisce questa lontananza come un’atroce beffa, un impedimento insano alla tessitura di quel meraviglioso filo di dolcezza che li collega; un blocco delirante a quella portentosa energia amorosa ed erotica che li attrae, ma  a cui la contingenza  vieta di trovare espressione.  



                              Il Bacio di  Hayez nella versione dello street artist Tye su un muro a Milano


Quel distacco assurdo, quella lontananza obbligata dei due, chilometricamente pur così vicini, li tormenta, li sfianca, li fa impazzire: non possono far altro che sentirsi al telefono, il che alla fine non fa che accrescere la frustrazione e il desiderio...
Basta! Devono almeno vedersi: così Stefano decide di avvicinarsi alla sua bella. Va in auto fino al limite della segregazione, chiedendo con un sms a Mila di uscire  di casa e di avvicinarsi alle transenne. Nel suo paesino, Stefano  è riuscito a trovare un mazzolino di margherite bianche dal cuore giallo: le porta con sé, strette al cuore.  

La notte scorsa Mila non è riuscita a chiudere occhio, ma leggendo il messaggio del suo moroso si prepara un caffè forte  e va all'appuntamento. Il cuore le batte forte: non  riesce a trattenere l'emozione. Alla “frontiera” però le guardie non permettono nessun incontro ravvicinato. Mila ha messo mascherina e guanti, ma le disposizioni sono perentorie, così si devono salutare da lontano, con gesti toccanti e baci inviati con la mano...

Stefano appare veramente sconfortato:  ̶  No, non ci possiamo lasciare così! Cerca un compromesso: chiede a uno dei vigili di portare alla sua bella le margherite.
Ma non prima di aver scritto un bigliettino sopra lo scontrino del fioraio:
 ̶  Amore mio, coraggio! Vedrai che presto l'incubo finirà. Ti amo, disperatamente...