La resistenza di
Máxima: una grande lezione per gli indifferenti
Sulle Ande peruviane, nella regione di Cajamarca, a
oltre 4.000 metri, vive Máxima Acuña de Chaupe, una piccola grande donna senza
paura: Ricca solo della sua dignità, è stata in grado di opporsi ad una potente
multinazionale, che pretendeva la cessione dei 25 ettari di terreno di
proprietà della sua famiglia, utili al progetto estrattivo, per le
distruttive escavazioni di una miniera d’oro e di rame a cielo aperto. Le
conseguenze sull’ecosistema andino erano molto gravi: la
simpatica escavazione avrebbe presto sostituito cinque laghi sorgivi e si può
facilmente immaginare quanto pesante sarebbe stato il danno ambientale, faunistico
e quello per l’agricoltura e per le popolazioni locali.
Dov’è finito il senso
critico?
La resistenza di Máxima – e la sua vittoria - è stata – e
continua ad essere – ricca di implicazioni molto estese, e ci chiediamo come ha
potuto una piccola donna peruviana - per giunta analfabeta - riuscire a vincere
contro una potente multinazionale, quando noi troviamo difficoltà persino a
capire dove sta il dannoquando entrano in campo queste forze distruttive sui
territori da noi abitati. Proviamo a capirlo. Noi cittadini di un occidente
acculturato - nonostante la scolarizzazione,i libri, i giornali, i diplomi, le lauree,
e la tv,i computer, i tablet, i cellulari etc , che offrono una possibilità
d’informazione quasi illimitata e in tempo reale, siamo in realtà ridotti a
puri contenitori – direi vittime – di una mole enorme di dati, tra i quali però
non riusciamo più ad operare scelte di priorità, fondate sulla salvaguardia
nostra e dell’ambiente in cui viviamo. d’altra parte come dimenticare che tutta la
nostra vantata cultura , è in realtà modellata a senso unico, essendo basata
ossessivamente sulla “crescita” ad oltranza e sul vantato“progresso”. In realtà
abbiamo smarrito la Cosa Fondamentale: la connessione con il pianeta che
abitiamo da ospiti ingrati, fino al punto di non vedere le pesanti conseguenze
su di noi e sulle future generazioni di un simile atteggiamento, cieco e
sconsiderato.
Noi, analfabeti della
natura
Siamo dunque degli Analfabeti della natura, dal momento che
ignoriamo o minimizziamo ciò che è primario per noi, dimentichiamo ciò che è insostituibile
perla salvaguardia della terra e quindi per la vita nostra e delle future
generazioni. Questa priorità è stata invece chiarissima per la “piccola” donna
peruviana, che è riuscita- da novello Davide- a sconfiggere il Golia delle
miniere auree, il Mostro che voleva distruggere il suo paese e rovinare in
primis la risorsa fondamentale per la sopravvivenza l'agricoltura: l'acqua! Ma
da dove ha preso questo coraggio, ci chiediamo? Semplice: Maxima si è avvalsa del
suo profondo legame con la terra, diventando ambasciatrice e portatrice del Valore
Femminile Originario, quello che “sente” qual è la Cosa Giusta da fare, che
incarna la cura e la protezione della vita e dell'ambiente in cui si vive. Maxima,
“analfabeta” secondo i nostri parametri, ha compreso il Danno irreparabile che
stava per abbattersi su di lei e sulla popolazione andina;ha pre-visto la
distruzione che sarebbe intervenuta, e NON ha abbassato il capo ma lottato
senza demordere un solo istante, fino a riuscire nell’impresa: un’autentica
leonessa!
Limpidezza di
pensiero
Maxima in definitiva ci ricorda - ove l’ “avessimo”
dimenticato – che sono le risorse naturali a darci la possibilità di vivere:
l'aria l'acqua i frutti della terra, e che lo sfruttamento della terra ha un
limite, e quel lite è stato da tempo superato! Quale limpidezza di pensiero, in
questa piccola, grande donna, che riesce ad andare oltre le minacce e oltre le
illusorie promesse che hanno attecchito, ad esempio nei nostri territori
d’origine, in Basilicata, dove - con il miraggio del cosiddetto oro nero – e lo
è certamente, ma solo per i petrolieri e i politici corrotti -si è intrufolato subdolamente
- e non da oggi - invadendo, colonizzando e devastandol’habitat, invalidandone anche
le capacità produttive agricole, che non erano da poco.
La corruzione della
mente
D’altra parte, quando accade che i cittadini,dapprima senza neanche sapere cosa succede sul posto in cui vivono, poi per denaro e in cambio di menzognere affermazioni sulla sicurezza dell’affaire, accettino supinamente la distruzione dei luoghi, ipotecando la loro stessa salute insieme al respiro della terra; quando, coltivando accuratamente la loro non conoscenza del Danno, rifiutano di “vederne l’entità,e addirittura “chiedono” quel Danno come fonte di guadagno – ciò che in quel momento sembra fornire loro dei vantaggi – non si rendendosi conto di “tutto “ il resto - come un registro tumori sempre più allarmante-allora forse è il caso di guardare all’altezza morale, maxima direi, di questa donna che ha combattuto e vinto la sua battaglia per il diritto alla vita e il rispetto della terra.
E se seguissimo
l’esempio di Maxima?
A Maxima è stato attribuito il premio Goldman 2016, il “Nobel per l’ambiente”,il più alto riconoscimento
per coloro che nel mondo si battono in difesa dell’ecosistema, per giunta ad
alto rischio per la propria vita, e non ci resta che prendere esempio da lei,
ritornando per prima cosa a ricollegarci con la natura, riascoltandone le esigenze,
che - guarda caso - coincidono- con le nostre, quelle essenziali. Forse allora,
uscendo dall’allucinazione consumistica a oltranza in cui ci siamo invischiati,
capiremo quante delle cose che ci affanniamo a possedere e a usare, sono in
realtà non solo inutili, ma dannose, e faremo delle scelte più sagge. Maxima
merita per intero la nostra ammirazione e il nostro rispetto, come essere umano
evoluto e come cittadina del mondo
Teri Volini, artista biofila