FAKE OR NOT FAKE: THIS IS THE PROBLEM!
Di Redazione Talenti Lucani il CULTURA https://www.talentilucani.it/fake-or-not-fake-this-is-the-problem/?fbclid=IwAR2z8Gj8AfN2iU1fazNdmI86YV7eJRVUqGX1DBmpT-M6vVGZoy05SLEpWZ4
TERI VOLINI
Da
quando in qua, nel XXI secolo, le opinioni “differenti” sono definite fake?
Per differenti s’intendono le opinioni divergenti da quelle convenzionalmente accettate e propagate dalla cultura ordinaria. Fake vuol dire falso: definendo superficialmente e indifferenziatamente false le opinioni non conformi, si creano disguidi e malintesi.
Ci chiediamo quale possa essere la motivazione di una simile confusione , che sia o meno creata volutamente: probabile che il calo di valore della cultura, o meglio la diminuzione del livello culturale nella nostra società, abbia avuto come conseguenza l’attenuazione se non la scomparsa del senso critico: di quella cosa che si chiama pensare; della sana capacità di discernere tra ciò che è vero o probabile e ciò che non lo è, insieme all’accortezza di lasciare che gli altri si esprimano liberamente, visto che, fino a prova contraria, siamo in democrazia!
Le sopraindicate qualità sono essenziali, ma difficili da possedere: in tutti i tempi storici, in verità, visti i danni provocati in ogni epoca dagli esseri umani, ma comunque fino ad un certo punto presenti. Poi, senza che ce ne accorgessimo, anche “grazie” ad un imbarbarimento causato anche dall’uso scorretto dei social, il discernimento e la libertà d’espressione sembrano essere diventati prerogativa di pochi auto-eletti, che si arrogano il diritto di definire le verità e le menzogne, altrimenti dette fake, balle, bugie, “bufale”.
Ci chiediamo se esista un modo per poter definire falsa o vera una notizia! Una corretta metodologia presupporrebbe una meticolosa informazione, una totale obiettività di giudizio, e la piena imparzialità nei riguardi delle faccende in ballo: siamo davvero sicuri che questo avvenga, soprattutto nella comunicazione mediale ufficiale, quella che in innumerevoli spot pubblicitari e trasmissioni ci viene raccomandata di seguire?
Per differenti s’intendono le opinioni divergenti da quelle convenzionalmente accettate e propagate dalla cultura ordinaria. Fake vuol dire falso: definendo superficialmente e indifferenziatamente false le opinioni non conformi, si creano disguidi e malintesi.
Ci chiediamo quale possa essere la motivazione di una simile confusione , che sia o meno creata volutamente: probabile che il calo di valore della cultura, o meglio la diminuzione del livello culturale nella nostra società, abbia avuto come conseguenza l’attenuazione se non la scomparsa del senso critico: di quella cosa che si chiama pensare; della sana capacità di discernere tra ciò che è vero o probabile e ciò che non lo è, insieme all’accortezza di lasciare che gli altri si esprimano liberamente, visto che, fino a prova contraria, siamo in democrazia!
Le sopraindicate qualità sono essenziali, ma difficili da possedere: in tutti i tempi storici, in verità, visti i danni provocati in ogni epoca dagli esseri umani, ma comunque fino ad un certo punto presenti. Poi, senza che ce ne accorgessimo, anche “grazie” ad un imbarbarimento causato anche dall’uso scorretto dei social, il discernimento e la libertà d’espressione sembrano essere diventati prerogativa di pochi auto-eletti, che si arrogano il diritto di definire le verità e le menzogne, altrimenti dette fake, balle, bugie, “bufale”.
Ci chiediamo se esista un modo per poter definire falsa o vera una notizia! Una corretta metodologia presupporrebbe una meticolosa informazione, una totale obiettività di giudizio, e la piena imparzialità nei riguardi delle faccende in ballo: siamo davvero sicuri che questo avvenga, soprattutto nella comunicazione mediale ufficiale, quella che in innumerevoli spot pubblicitari e trasmissioni ci viene raccomandata di seguire?
Libertà
d’espressione, o censura?
In molti Paesi “democratici”, le
misure d'emergenza contro la pandemia sembrano
aprire le porte alla possibilità di limitare la libertà di stampa,
censurare le voci critiche e delegittimare i medi, specie quelli non ufficiali:
Giornalisti bastonati in India,
corrispondenti espulsi dalla Cina, redazioni messe all'indice in Brasile e
negli Stati Uniti, reporter investigativi minacciati in Slovenia, giornalisti e
blogger arrestati in Turchia. Tra le molte vittime collaterali della pandemia
da coronavirus, ce n'è anche una che rischia di diventare di lungo termine e
difficilmente reversibile: la libertà di stampa (Raffaella Menichini,
Repubblica 31 3 20)..
Ora, che la libertà d’espressione,
una delle conquiste democratiche più importanti - la nostra Costituzione parla chiaro al proposito - sia messa a repentaglio, è molto grave, dal
momento che (limitandoci al nostro paese) la disputa avviene anche tra i mezzi
stessi d’informazione, tentandosi una discriminazione tra mainstream e media indipendenti: è in atto un tentativo di delegittimazione
delle notizie che non provengano dalla corrente
informativa "convenzionale",
dominante, addirittura con una campagna televisiva– mai vista prima – contro
le notizie definite Fake, decisa da una
riunione governativa ad hoc.
La cosa lascia
a bocca aperta, anche considerando che ciò accade nel momento più difficile per
l’emergenza corona virus, e tutta l’attenzione dovrebbe essere rivolta alla
pandemia e alle sue problematiche ancora irrisolte. Sembrerebbe quasi un’azione
distrattiva! C’è peraltro una strana coincidenza con il cominciare a prender atto da parte della gente, dell’avanzare
5G, e dal porsi sempre più domande sulla innocuità o meno delle antenne.
Inoltre la domanda è: chi sono gli “esperti” che decidono la veridicità delle notizie, chi opera la selezione, e con quali metodi? Chi separa le fake dalle non-fake?
Nello specifico, non si corre forse il rischio di bollare come fake le notizie riguardanti le informazioni diverse, quelle che propongono interrogativi, che spingono alla riflessione: di fronte a queste, si procede a una sommaria disapprovazione, Così l’informazione resta a senso unico, e capita che le informazioni valide, ma fondate su punti di vista diversi, vengano confuse con le “autentiche” fake – molte delle quali pronunciate proprio dal mainstream e ancor più paradossalmente dai Fake hunters, i cacciatori di falsi (!), incaricati ufficialmente.
Inoltre la domanda è: chi sono gli “esperti” che decidono la veridicità delle notizie, chi opera la selezione, e con quali metodi? Chi separa le fake dalle non-fake?
Nello specifico, non si corre forse il rischio di bollare come fake le notizie riguardanti le informazioni diverse, quelle che propongono interrogativi, che spingono alla riflessione: di fronte a queste, si procede a una sommaria disapprovazione, Così l’informazione resta a senso unico, e capita che le informazioni valide, ma fondate su punti di vista diversi, vengano confuse con le “autentiche” fake – molte delle quali pronunciate proprio dal mainstream e ancor più paradossalmente dai Fake hunters, i cacciatori di falsi (!), incaricati ufficialmente.
Così vengono compilate delle
“liste” di giornalisti, medici, scienziati, ricercatori, studiosi non allineati,
che vengono liquidati sommariamente, se non ingiuriati, in una maniera talmente perentoria (quando
non diffamatoria), che risulta veramente
difficile, per i gli “eretici” in causa, reagire o far conoscere fino in fondo
le loro ragioni, le loro scoperte o anche solo le loro proposte, che andrebbero
ascoltate e approfondite per deciderne la validità o meno, ma a ragion veduta!
2a parte
“Nun me
fà venì mal ‘e càp”
Solitamente le
cosiddette fake sono corredate da links
con video esplicativi: se i detrattori
si dessero la pena di accedervi, forse smetterebbero di essere così sicuri
della loro “verità” così assolute, calcificate, ma forse hanno paura di
approfondire, sono terrorizzati dalla prospettiva di guardarsi dentro per “capire”.
Fuggono da tutto ciò che non corrisponde
alle loro vecchie credenze o convinzioni indotte: non vogliono cambiarle, troppa
fatica! Troppo lavoro da fare! “Nun me fa venì mal‘e cape , mi disse qualche
tempo fa una persona a cui, proponevo la lettura di testi sulla salute molto
interessanti e innovativi, nonostante la grave malattia che lo aveva colpito.
La manipolazione delle notizie
Ma il peggio non ha limite: il diabolico affaire della manipolazione delle notizie supera persino
la disinformazione. Porto a tale proposito
alcuni esempi recenti riguardanti l’altra grossa problematica del momento:
l'arrivo del 5G, la banda a larga
frequenza di cui, nonostante la pandemia, prosegue con i lavori d’installazione
delle antenne: sembra quasi che approfitti della sinistra calma che c’è in giro
per procedere più agevolmente e silenziosamente...
Molti comuni hanno vietato o sospeso l’installazione
delle stesse nel loro territorio, appellandosi al principio di precauzione,
affermato anche dall’UE, chiedendo la moratoria fino a quando non si abbia la
certezza che non ci siano danni per la salute*
Finora sono diverse centinaia
Però di tutto questo non si parla: i
media ufficiali nemmeno accennano al procedere dei lavori e alle problematiche
per la salute che questo pone per noi e per l'ambiente; l’unico inquietante
indizio sono le escavazioni frenetiche
lungo le strade e il taglio di un numero
scandaloso di grandi alberi, fuori e dentro le città, dovunque siano
d’intralcio al passare delle frequenze che propagandano un futuro più tecnologico possibile e l’
“Internet delle cose”. Sta di fatto che si sta procedendo già da tempo ali
lavori e al taglio delle piante: alberi alti e antichi, spesso centenari.
Cui prodest?
Ebbene, più volte ho sentito in questi giorni giornalisti e conduttori televisivi affermare cose di questo genere : “gli attivisti del 5G vogliono abbattere le antenne considerandole portatrici di coronavirus”. La stessa notizia è stata ribadita nella trasmissione Leonardo del 10 aprile, da certo Enrico Bucci, e ciò che stupiva era la veemenza con cui egli sottolineava la distorta affermazione, quasi fosse il difensore d’ufficio del 5G: un grande business, le cui rappresentanze versano fior di quattrini per l’impianto delle antenne, ai sindaci dei comuni ospitanti, e a tutta la filiera: non sappiamo se alcuni appartenenti dei media ne facciano parte.
Ebbene, più volte ho sentito in questi giorni giornalisti e conduttori televisivi affermare cose di questo genere : “gli attivisti del 5G vogliono abbattere le antenne considerandole portatrici di coronavirus”. La stessa notizia è stata ribadita nella trasmissione Leonardo del 10 aprile, da certo Enrico Bucci, e ciò che stupiva era la veemenza con cui egli sottolineava la distorta affermazione, quasi fosse il difensore d’ufficio del 5G: un grande business, le cui rappresentanze versano fior di quattrini per l’impianto delle antenne, ai sindaci dei comuni ospitanti, e a tutta la filiera: non sappiamo se alcuni appartenenti dei media ne facciano parte.
Un’affermazione
dall’identico, insensato tenore è stata ripetuta dal conduttore della trasmissione tv “Atlantide”,
che tuttavia non aveva la stessa foga degli altri due, sembrava in verità
piuttosto smarrito, forse per la cattiva coscienza dell’erroneità di quanto
stava affermando, implicitamente
confermando la sua ignoranza sulla
problematica se non la sua cattiva fede.
È evidente che le antenne non “trasportano il virus”, ma è assai probabile che l'inquinamento elettromagnetico spinto possa determinare un indebolimento del sistema immunitario, che insieme a tanti altri inquinanti – frutto venefico della miriade di attività umane non controllate, indebolisce l'organismo, che è così predisposto alle malattie più svariate, tra cui tumori e ... virus. Ne ho scritto nella seconda parte dell’articolo: https://www.talentilucani.it/corona-virus-un-temibile-maestro-di-vita/
È giusto attivarsi per
una ricerca ampia e libera, con la necessaria
prudenza, al fine di scorgere gli
inganni e le manipolazioni. L’importante è
imparare a capire le trappole di chi (media ufficiali e non) opera per nascosti interessi e manipola la giusta
informazione, diffondendo una mezza o distorta verità. In ogni caso, sia la manipolazione
delle notizie che l’etichettaura delle notizie
“diverse” come fake è immorale.
La password per cominciare la ricerca è: cui prodest? "A chi conviene?”
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Teri
Volini
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