venerdì 10 luglio 2020

Edigrafema - racconto : LISA. Adolescenza al tempo del Corona Virus

 

Un racconto di Teri Volini, pubblicato sul libro CoronaBook-20.
Vaccini di scrittura creativa. Edizioni Edigrafema

 “Il tempo sospeso, immobile, sprecato, impegnato, donato, mortale…
  È il nostro tempo vissuto.”

Autori: 44,  pagg. 153.  Scaricabile gratuitamente dal sito della casa editrice.
on line la raccolta Coronabook20-Vaccini di scrittura Creativa!



                                                   


La bolla

In piedi davanti alla vetrata, ancora in camicia da notte, Lisa osserva il cielo plumbeo. Assorta, mentre si passa il pettine tra i capelli arruffati, si chiede se prima o poi pioverà: “non che faccia poi molta differenza”, si ritrova a pensare.

Lisa ha 13 anni. Quasi compiuti. Il suo compleanno è fra una settimana, e lei ha fatto da tempo una piccola lista d’inviti per festeggiarlo, insieme ai suoi genitori. Aveva pure chiesto alla nonna di prepararle una torta speciale, ed era certa che si sarebbero divertite tanto, lei e le sue amichette, come l'anno passato

Si scuote alla voce della mamma che la chiama per la colazione. Si trascina svogliatamente in cucina, dove l'aspetta una tazza di latte di riso con biscottini, una fetta di pane con marmellata di arance e delle mele rosse.

Dopo i primi giorni d’isolamento, in cui non capiva ancora bene che stesse succedendo e quali potessero essere le conseguenze di quella “cosa” da cui il mondo intero era intimorito, Lisa ora si sente come rinchiusa in una grande bolla trasparente, morbida come quella delle chewing gum, ma al tempo stessa rigida e persistente: le permette di respirare, ma intanto la ingloba del tutto, la controlla perennemente, di giorno e di notte

È più di un mese che Lisa non esce di casa: come tutti gli abitanti della sua cittadina, della sua nazione e di tante altre nel modo intero, dopo l'ordinanza governativa di protezione della salute, andar fuori è non solo vivamente sconsigliato, ma perentoriamente vietato. Impossibile circolare, se non per esigenze improrogabili, come l’approvvigionamento del cibo: ma di quello si occupa suo padre, una volta la settimana, con una liberatoria in tasca e adeguatamente provvisto di guanti e mascherine faticosamente reperite. All’inizio della sua vita di adolescente, Lisa si è ritrovata nel pieno di una pandemia


Cioccolato fondente

Lisa è fortunata, dal momento che abita proprio sopra un piccolo Parco, e “prima” poteva scendervi e camminare o fare degli esercizi ginnici, giusto per mantenersi in forma. Poi, con l’inasprimento delle misure cautelative, non era stato possibile fare nemmeno quello: all’ingresso erano state sistemate delle transenne e guardando dall’alto, i vialetti del parco apparivano surrealmente solitari esilenziosi.


Guarda giù dalla finestra aperta: la primavera è ormai inoltrata e le gemme sugli alberi non aspettano che di aprirsi, onorando così il loro compito di ricoprire di piccoli fiori e foglie i rami degli alberi, spogli dopo il lungo inverno.
A volte ha come l'impressione che la bolla diminuisca di grandezza – senza però rompersi o sparire – fino a diventare una specie di casco da palombaro. Allora lei prova una fitta di paura: percepisce chiaramente di essere in trappola e sente che la sua vita non è e non sarà più quella che l'aveva vista – fino ad appena qualche settimana prima – tranquilla, studiosa ragazza, che si preparava a diventare grande..

Diligente com'è, lei fa tutto quello che deve: studia, legge, disegna, ascolta musica, sistema la scrivania e i suoi libri, aiuta la mamma; ha pure chiesto al suo papà di fare insieme la torta per festeggiare comunque quei 13 anni così stranianti. Hanno deciso che la faranno al cioccolato fondente, proprio come piace a lei, però ci metterà sopra due numeretti di legno con una sola candelina: sono così tante, ormai, da spegnere!

Stefano
 
Lisa ha un filarino: platonico, si capisce! Le piace un ragazzo della sua stessa età, conosciuto a scuola. Lo trova carino e simpatico e condividono l'empatia. Si chiama Stefano, ha i capelli corti e scuri e uno sguardo rilucente. Si sono parlati spesso, anche se per pochi minuti, nei corridoi della scuola o in cortile, e lei ha sentito per la prima volta il cuore che le batteva un po' più forte.
 
Ed è stato bello ed emozionante la mattina in cui lui le ha offerto, con un sorriso impacciato, una piccola margherita con i petali un po’ arrossati alla base. Certo era una delle prime della stagione, impavidamente spuntata subito dopo lo svanire della neve, e a lei era piaciuto, quel gesto così fresco e gentile. E adesso? Non può vederlo e nemmeno sentirlo: si vergognerebbe a chiamarlo, e, anche potendo, non vuol far sapere ai genitori di questa sua prima attrazione; la sente come qualcosa che appartiene solo a lei, ed istintivamente vuol gustarne la struggente tenerezza.
Anche se... è... era solo un inizio, lo riconosceva tuttavia come un sentimento bello, misterioso e denso di sconosciute promesse... Ora però la distanza temporale è cresciuta troppo, e la figura del ragazzo sembra quasi sfumare, in un ricordo che si allontana di giorno in giorno: o forse è una tattica inconscia per tenere a bada la pena che sente pulsare nel cervello e che si accresce nel cuore.

Trekking

Così si ritrova – muta – davanti a quella finestra, che oggi offre uno spettacolo nuovo, allettante, con il sole che brilla in alto nel cielo, permettendo ai rami degli alberi di disegnare arabeschi d’ombra sui vialetti del piccolo parco. Ma non può scendere, neanche per una passeggiata, e quanto le pesa! Però può osservare la natura che continua il suo corso, ben lieta che lo stop alle umane attività le abbia regalato una pausa, così può riprendersi dai danni che l'inquinamento spinto ha procurato all'aria, all'acqua, ai fiumi, ai mari e all'intero pianeta.

Questo pensiero viene a Lisa spontaneo, perché ama molto la natura, ed è consapevole di quanto poco l’essere umano la rispetti: possibile che ci volesse un virus per fargli ricordare quanto bello e prezioso sia ogni suo aspetto? Quanto meraviglioso sia il solo respirare a pieni polmoni, passeggiando liberamente! Per adesso deve accontentarsi del fruscio dell’acqua nella fontana nel parco, però le piacerebbe tanto poter calzare gli scarponi da trekking e andare in montagna, lasciarsi riscaldare dal sole tra le rocce, accanto a una lucertola appena nata, e ascoltare il chioccolio di un ruscello...
Lisa pensa a tutto questo con un rammarico misto a nostalgia, però solo di sfuggita, perché viene presto ripresa dallo sconcerto di fondo e da una strisciante infelicità.

Il sogno

Stamattina Lisa fatica a svegliarsi: durante la notte ha fatto un sogno stupefacente, che l’ha trasportata tout court in un’altra dimensione, felice, gioiosa, d’infinita libertà: ha sognato di volare! Si lanciava da una nuvola frastagliata, librandosi per un po’ nel cielo violetto, poi, senza la minima paura, scivolava lungo un canale d’aria verso la terra riarsa, argillosa e spaccata, diventando sempre più agile e sicura. Scendeva poi, come nuotando, verso una collinetta disseminata di ginestre in fiore dal profumo stordente, sostando con piacere in un prato smeraldino, cedevole, dove un girotondo di bimbi l’accoglieva festante.
C’era una siepe, e con il solo spostamento della mano lei trasformava i riflessi del Sole in una marea di boccioli lilla viola e bianchi, poi in tanti minuscoli diamanti sfaccettati che si spargevano nell’aria, scindendo la luce in infiniti arcobaleni.
Risaliva infine verso delle montagne altissime, le cui pareti si aprivano all’improvviso – come ali – su un immenso, calmissimo mare color turchese. Ne scorgeva dall’alto le profondità, e, in quegli abissi insondabili, riconosceva la moltitudine di creature guizzanti d’ogni forma e dimensione, che sembravano intente in un’eterna, danzante sinfonia
E, sopra a tutto, la luce: un intenso splendore!


Violette gialle

Accanto alle vetrate del soggiorno, oggi sfiorate da un sole timido, che fa capolino attraverso le nuvole spostate dal vento, Lisa si sente meno attanagliata dallo sgomento: quel sogno splendido e così tanto “vero” le ha lasciato uno strascico di tale bellezza da sostenerla, rassicurarla.
Stamattina ha da studiare, fare delle video-chiamate, seguire on line le lezioni della scuola e molte altre cose. La sua cameretta è da sistemare, deve cambiarsi i vestiti, lavarsi i lunghi capelli e provare il lucidalabbra che la mamma le ha regalato: è o non è oramai una giovane donna?

La bolla che l’opprime sembra essersi assottigliata, è più trasparente, meno ingombrante!
Va in cucina per bere un bicchiere d'acqua: uno per sé e l’altro per la piccola violetta africana che aspetta, alquanto riarsa, lì, sul davanzale: forse l’ha un po’ trascurata!
È la sua piantina preferita, con le sue foglie ovali un po’pelosette, tutte da accarezzare, e quelle corolle d’un giallo luminoso che comunica allegria solo a guardarlo. Chiede di bere, di nutrirsi, per offrire in dono la sua timida bellezza per quel giorno e per gli altri a venire, sembra suggerire, mentre si lascia impregnare dal liquido trasparente che Lisa sta versando. Entrambe vogliono semplicemente continuare a sperare nel meglio, espandersi, vivere, a dispetto di tutto...

Decide di prendersi una piccola pausa: le nuvole sono sparite, e il sole adesso splende in un cielo perfetto. Esce sulla verandina dove la mamma tiene tante piante fiorite, sposta in un angolo riparato la seggiolina di legno, si toglie la tshirt e si siede, lasciandosi permeare dal calore così intenso e piacevole: gli occhi socchiusi, sente il conforto di quei raggi, che accarezzano le braccia, il viso, collo e i piccoli seni che fioriscono, fermi, nella compattezza della gioventù, mentre sente spuntare sulle labbra un sorriso.

                                                                                                                        Teri Volini




















martedì 7 luglio 2020

E allora, diamo i numeri!






E allora, diamo i numeri!



... Bisogna usare  la persuasione e non la violenza diretta: si diffonderanno massicciamente, attraverso la televisione, divertimenti che adulano sempre l'emotività o l'istintivo.  Affronteremo gli Spiriti con ciò che è futile e giocoso.
È buono, in chiacchiere e musica incessante, impedire allo spirito di pensare.
[...] Si farà in modo di bandire la serietà dell'esistenza, di ridicolizzare tutto ciò
 che ha un valore elevato, di mantenere una costante apologia della superficialità;
in modo che l'euforia della pubblicità diventi lo standard della felicità umana
e il modello della libertà...



Questa profetica, quanto lucidissima sintesi dal libro di Günther Anders, "L'uomo è antiquato", 1956, c’illumina riguardo alla grande prudenza che dobbiamo porre  sugli  eventi di cui siamo osservatori  e compartecipi, affinché non ne diventiamo, per  mancanza di una giusta  attenzione, le vittime più o meno inconsapevoli.
Riguardo  al morbo  che ci affligge in questo 2020, siamo stati avviluppati da un panico  crescente, che – con tutto il rispetto per i morti, e le precauzioni da tenere nella giusta considerazione – molto probabilmente  è andato ben oltre il limite consentito a delle menti raziocinanti, provocando a sua volta più vittime collaterali del dovuto, nei campi della salute mentale, dell’economia e dello stato sociale, che sta prendendo una deleteria deriva.   

Cinque anni fa l'influenza provocava una strage, più di ventimila decessi in meno di cento giorni, l'Italia però non se ne accorse! 

Oggi, usciti dalle nostre case dopo una prolungata chiusura , siamo rimasti inglobati in una bolla di insano terrore: lo provano le immagini di persone “in maschera” mentre sono -  in solitario - alla guida delle loro auto, moto e biciclette, o all’aperto, su strade o in piazze desolatamente deserte,  nei parchi, nei boschi, o mentre si dedicano alla corsa su strada, regalando al loro sangue una bella dose di veleno: l’anidride carbonica di loro personale produzione, specie quella prodotta dall’attività fisica spinta.
Come lobotomizzati, senza nessuna possibilità di informarsi correttamente  per valutare poi il da farsi,  con una  propria, più ragguagliata visione delle cose.


I Numeri

Un aiuto importante  in questo ridimensionamento  delle  paure arbitrarie,  il  vero grande pericolo, che spinge a comportamenti incongrui ed a scelte rischiose, è rappresentato dai NUMERI: quelli dei dati ufficiali della mortalità  in Italia,  ad esempio,  e quelli comparati delle più importanti epi/pandemie nel mondo.


Precedenti epi/pandemie e altre cause di alta mortalità a livello mondiale:



1918 -1919. 50 milioni, forse 100 milioni, epidemia influenzale Spagnola, scoppiata in America dopo la 2° guerra mondiale (dati ISS), e sulle cui cause va indagato accuratamente

1957 - Influenza Asiatica - 1- 4 milioni di persone

1957 - Influenza aviaria - Asia (virus influenzale H2N2) ), 100.000 persone

1968 - Pandemia influenzale virus H3N2 - Hong Kong - tra 1 e 4 milioni. Solo in Italia, 20 mila persone.

1981- AIDS,  37,9 milioni

Ebola 2014 – 2016 – Africa, circa 11mila vittime

2009 – Suina - 100 mila – 400.000 morti

Attualmente: Colera: tra 21mila e 143 mila ogni anno

Più indietro nel tempo: 1346-53 - Peste: 50 milioni di morti (il 60% della popolazione europea)

Malaria, inizio millennio 1 milione e mezzo di decessi - 2018 - 405.000:
2019: 228 milioni di casi, 405.000 decessi

Per inciso: Inquinamento atmosferico, 177 milioni di morti all'anno, dei quali 2,9 milioni solo per il particolato e le polveri sottili.
Fame e denutrizione: 38 milioni di morti ogni anno per fame, di cui 7000 bambini al giorno


Principali cause di morte in Italia: dati ISTAT   20 3 2020


Tumori 180.085
Sistema respiratorio: (influenza – polmoniti)  53.372
Sistema  nervoso: 30.672
Diabete e sist. Endocrino: 29.519
Sistema circolatorio: 23.299
Disturbi psichici: 24.406

In sintesi:

Influenza stagionale:  (OMS)  250-500 mila persone  nel mondo
Italia:  53.372  malattie del sistema respiratorio (influenza – polmonite)

Covid-19:  560.000 nel mondo
vittime "ufficiali" in Italia 34.900 




Procedimenti singolari
 e conteggi distorti  in partenza

I dati permettono un ridimensionamento  decaptivante, benché tale numero non sia garantito, dal momento che non è stata operata la doverosa distinzione tra decessi per e decessi con Covid-19, cioè morti per altre patologie pregresse, spesso molto gravi, come cancro, diabete, ictus etc.,  specie tra gli anziani, la maggioranza dei morti, e fra i quali il 60,1% aveva 3 o più patologie pre-esistenti.

Anche dopo l’emergenza è stato  è incomprensibilmente seguito questo singolare procedimento, ed anzi si è attestata la tendenza di segnare i decessi come causati dal corona virus: il conteggio risulta così distorto in partenza,  in senso accrescitivo: i motivi di tale procedura sono tutti da scandagliare, non volendo credere che sia stato fatto per dei vantaggi economici relativi all’emergenza Covid 19.