La pittura di
Teri introduce nell'ordine dei giardini incantati o dei Campi Elisi. Abbagliano
le lune solari, catturano i fasci di luce delle vie lattee percorse da uccelli,
fiori, pesci, coralli e... una dea.
Tra le alghe e gli sciami di api,
accanto alle ginestre e alle iris, accanto e intorno a tutto ci sono le stelle;
stelle che trascinano ogni cosa nella loro implosione: è un'effusione immobile,
la loro, un tenero, ludico turbinio che provoca in chi guarda un dolcissimo
effetto di siderazione.
Nel loro firmamento tutto è in ascesa,
o in caduta, o rimane sospeso in flusso di vertiginosa prossimità; ogni figura
è un insieme eteroclito, è promiscua, contigua, molteplice; ogni essere ci apre
l'immagine della sua comunione con gli altri, ogni frammento è un microcosmo di
caotica fertilità.
Dal testo di M.G Longhi –Milano
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