venerdì 28 ottobre 2022

Teri Volini: ATEMPORALITA E UNIVERSALITÀ dei simboli archetipi, LUCANO magazine, dicembre 2022

 






ATEMPORALITÀ E UNIVERSALITÀ

                                                   dei simboli archetipi

Lo studio ultraventennale dei simboli archetipi incisi sulle antiche pietre del sito lucano di Croccia Cognato, in Basilicata,  GLIFI, culminato nella inedita decifrazione degli stessi, non si limita  alla loro descrizione in ambito accademico tradizionale, ma si arricchisce della presenza di ampie “Finestre”. In esse  vengono sviluppate tematiche attinenti, in una panoramica interdisciplinare di ampio respiro, che arriva a comprende riti, miti, folklore  della Basilicata,   in  connessione con quelli di diversi altri luoghi del mondo, conducendoci  in un vero e proprio viaggio  nel tempo e nello spazio, che, dal nostro territorio,  ci porta in volo fino a scorgere   interessanti e inusuali collegamenti con le culture del vasto mondo.

Uno dei simboli  presenti sulle antiche mura dell’Acropolis di Croccia è la croce.

 
La Croce a braccia uguali

Due linee che s’incrociano ad angolo retto, dividendosi reciprocamente a metà: la croce a braccia uguali è una  immagine ancestrale, che ha conosciuto nel tempo molte e diverse declinazioni. Raffigurazioni a forma di croce erano diffuse fin dalle origini della presenza umana sulla terra. Simbolo cosmico per eccellenza, elemento di comunicazione fra Cielo e Terra; Centro del mondo, Asse Celeste, condivide i caratteri e le allegorie della Montagna e dell'Albero cosmico: l’Essere Umano universale, archetipico, capace d’infinita, armoniosa espansione, sia sul piano orizzontale che su quello verticale.

 

                                                  Australia aborigena

Una delle più antiche raffigurazioni di croce a braccia uguali si trova in Australia, nelle pitture rupestri aborigene, risalenti a ca. 40.000 anni fa. Al centro dell'Australia, nel deserto Simpson, si erge l’Uluru, una gigantesca cupola di roccia color ruggine, il monolite naturale più grande al mondo. Per i nativi, che già nel nome portano la loro origine ancestrale, è un luogo sacro, sede degli Spiriti del Tempo del Sogno, autori della creazione del mondo: esseri soprannaturali, per metà uomini e per metà animali. Attorno all’Uluru vi sono 12 grandi pitture rupestri e un centinaio di gruppi minori, specie in ripari sotto rocce e ingressi, e altre sui monti del Kata Tjuta: per gli aborigeni sono opera degli Spiriti del Sogno. Alcune vengono datate 2000-3000 a.f., ma se il primo popolamento di quella terra risale a oltre 40.000 anni, possono essere molto più antiche, come la raffigurazione di una croce a braccia uguali in una delle grotte rupestri.

                                                   Basilicata

Nel sito archeologico di Croccia Cognato, tra i simboli archetipi (Glifi) presenti sulle antiche pietre ciclopiche, risalenti presumibilmente  al 4 millennio a.C  , figura anche la croce a braccia uguali.  Poco visibile per il passare del tempo, la corrosione degli elementi atmosferici e l’invasione di muschi e licheni, è formata dall’intersezione di due linee delle stesse dimensioni, ad angolo retto,  caratteristiche che condivide con la croce celtica, quella templare e con la croce  irlandese di Birghit 

  

In Irlanda

La croce irlandese è fatta  tradizionalmente con dei giunchi, vimini, o della paglia,  intrecciati  dopo un ammollo in acqua per non spezzarsi, fino a  formare una croce. Una tradizione la collega alla ruota dell'anno, che coincide con i "cicli della natura", dove le quattro braccia raffigurano i quattro aspetti della dea ancestrale, la vergine, la madre, la strega e la vecchia saggia; essa viene  posta sulla porta per benedire tutte le persone che entrano o escono dalla stessa, e per proteggere la famiglia dagli spiriti e dalle energie malevoli.

La divinità irlandese Birghit, discendente diretta dell’ancestrale  Madre paleolitica, collegata a funzioni sacerdotali, magiche e di preveggenza, era celebrata come divinità primaverile della luce, del fuoco, del sapere, delle arti e della fertilità. Si  festeggiava a inizio febbraio: presso i popoli nordici (Irlandesi, Celti), Imbolc segnava l’inizio della nuova stagione, divenendo poi la Candelora... In seguito, l’antica dea fu sostituita dall’omonima santa, che porta gli stessi simboli, il fuoco e la croce ...


         Cornovaglia, Scozia, Galles e Bretagna

A delineare territori campestri, cittadini e monastici d’Irlanda grandi croci cerchiate in pietra, a braccia” arrotondate. Scolpite in arenaria, altre se ne trovano in Cornovaglia, Scozia, Galles e Bretagna: la più antica, rinvenuta in una grotta dei Pirenei francesi, risale a 10.000 anni fa.

  Anatolia

A Çatal Hüyük fu ritrovata una piccola scultura in calcare: una dea assisa in trono, con una croce a braccia uguali sulla veste; una croce quadrata decora le gambe di un’altra statuina
(entrambe ca. 6000/5500 a.C.).

 La Croce solare.                                                


La croce solare rappresentava l’eterno divenire, quando ancora non era in auge il tempo lineare ma quello ciclico, determinato dal susseguirsi delle stagioni nell’anno, come una ruota, un cerchio su cui segnare i quattro passaggi fondamentali del Sole, solstizi ed equinozi, così come si presentano realmente sull'ellisse che la Terra disegna intorno al Sole. Lo schema, antichissimo, era usato per indicare il corso del Sole e la devozione umana verso la sua imprescindibile presenza

 



Da “Glifi”, una ricerca mitoarcheologica in Basilica, Teri Volini, 2022

Disegni dell’autrice

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